Francesca Gallello, scrittrice, giornalista, ricercatrice di storia del territorio oggi si presenta ufficialmente come poeta, pubblicata dalla casa editrice Lepisma edizioni di Roma. Raccontare la storia di un territorio, per Francesca Gallello, come la stessa ci dichiara, “non significa solo fare lotte e ricerche riguardante la storia politico sociale di un territorio, significa anche entrare nell’anima e in essa esplorare il sentire di un passato non molto lontano che racconta la quotidianità, l’amore, di uomini e donne che spesso hanno tenuto muto quell’urlo di rabbia e dolore in una vita in cui i sacrifici erano spesso uniti all’offesa della dignità di lavoratori.” “Ho sempre scritto romanzi, sin dall’età di 9 anni, racconti, novelle, fiabe, testi teatrali, saggi, ma le poesie che spesso non mi rendevo conto che lo fossero, le ho sempre tenute quasi nascoste. Nascoste fino a qualche mese fa, quando Dante Maffia, scoprendole, mi rimproverò dicendomi che avevo fatto un grave errore a non pubblicarle e praticamente le raccolse tutte e se ne prese cura interessandosi per la pubblicazione e facendone perfino la prefazione, dice l’autrice con emozione”. Parliamo di quel Dante Maffia candidato per il Premio Nobel della letteratura italiana ed è stato finalista per il Premio Strega 2015 oltre ad essere considerato il più grande poeta italiano vivente. “Proprio qualche mese fa, continua la Gallello, lessi un libro della grande Dacia Maraini dal titolo “Notte di Capodanno in ospedale” la cui prefazione è appunto del Maffia, casa editrice Lepisma Edizioni, non avrei mai immaginato di pubblicare un giorno un libro con la stessa firma nella prefazione e stessa casa editrice, lo vedendolo quasi come un segno. Il libro scritto in vernacolo, riesce, attraverso i suoi suoni, il suo contenuto, ad emozionare trasportando il lettore in quel mondo non lontano che è quello dei nonni, dei padri, dell’infanzia in cui i racconti diventavano libri e tv che spesso nelle case non esistevano.
Oggi in questo libro, “Poesia dell’anima”, queste storie vengono raccontate attraverso brani poetici che Maffia, definisce “poesie storico-sociali” proprio perché in alcuni passi è quasi visiva la realtà appartenuta ai nostri padri, ai nostri nonni, perfino nelle poesie d’amore, vi sono brani in cui appare quasi un cortometraggio di vita in cui le immagini a bianco e nero del ieri,diventano colorate e prendono vita emozionando il lettore. Francesca Gallello, dice Dante Maffia, inconsapevolmente, ha inventato un nuovo modo di fare poesia, una poesia che diventa teatro, fotografia, storia, uno stile che proprio nella prefazione ho indicato come stile Gallelliano e che sicuramente diverrà metodo di studio poetico che della storia letteraria ne diverrà una pagina importante. Ogni poesia è un racconto di vita, il racconto di uomini e donne, di riscatto sociale, di amori immensi e di sogni che altro non sono che il riscatto della dignità di ogni uomo che nel lavoro, nei sacrifici, nell’amore, ha dovuto chinare il capo dicendo un “sì” o un “no” mentre l’anima gridava il contrario. Un documento storico-sociale, un ritrovare il passato nel presente, facendone sentire in ogni brano, il profumo, i suoni, il sentire che nel profondo dell’anima di uomini e donne è stato custodito. Lo scrittore e giornalista Pino Aprile, autore di “Terroni”, in anteprima ha voluto dedicare a Francesca ed alla sua opera un articolo in cui ne elogia l’impegno, la qualità e il valore sociale che l’opera contiene. Quindi storie raccontate in versi che prendono forma in poesia, una poesia che va al di sopra di quelle che sono le poesie costruite a tavolino in cui appare la ricerca di parole che insieme facciano rima, ma una vera e propria ricerca che prende di un passato il sentire e ne fa storia poetica. Ogni poesia è un racconto di vita, un breve romanzo dal quale scaturisce emozione. Sarà forse per questo che Dante Maffia, nella prefazione conclude dicendo delle poesie di Francesca Gallello: “sono opere da segnalare all’Unesco per farle nominare patrimonio culturale dell’Umanità”.