Continuano le indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Scalea finalizzate ad individuare gli autori del tentato omicidio del giovane 33enne consumato all’interno di un locale notturno della movida di Diamante (CS) hanno portato, alle prime luci dell’alba al nuovo arresto in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari di uno dei giovani – un 23enne cosentino – già indagato dagli inquirenti nell’immediatezza dei fatti. La notte del 25 ottobre 2015 un giovane aveva contattato il numero di pronto intervento 112 comunicando che un ragazzo era riverso in una pozza di sangue poiché attinto da un colpo di arma da fuoco alla gola. Le indagini hanno permesso di individuare il movente di quel fatto di sangue in una futile discussione tra la vittima e uno dei due giovani: una parola di troppo e uno scambio di sguardi sono state prodromiche per una vera e propria esecuzione del giovane all’interno dei servizi igienici del locale.
Dopo aver discusso animatamente i due giovani si sono separati e mentre la vittima stava facendo la fila per recarsi in bagno alcuni malviventi lo hanno raggiunto e hanno ripreso la precedente discussione. Dopo poche parole uno dei malfattori ha estratto una pistola dalla tasca e ha esploso un colpo a bruciapelo sulla vittima che si è accasciato al suolo. L’esplosione del colpo è stata camuffata dalla musica ad alto volume del locale che ha favorito la fuga dei malviventi a bordo di un’autovettura a loro in uso. A carico dell’arrestato, all’esito di ulteriori indagini poste in essere dai militari dell’Arma, sono stati acquisiti ulteriori elementi che hanno aggravato il precedente quadro indiziario.
I Carabinieri dei N.O.R.M. di Scalea unitamente ai colleghi della compagnia di Cosenza e del Comando Provinciale di Cosenza hanno posto in essere un piano di ricerche coordinato sviluppato tra i comuni dell’alto tirreno cosentino e tra i quartieri popolari del capoluogo Bruzio che ha portato al rintraccio del giovane ricercato. L’arrestato è stato tradotto in stato di arresto presso il proprio domicilio a disposizione dell’A.G. mandante.