“La Doc Calabria” non va fatta. Questa la perentoria conclusione del presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dei vini D.O.C. Cirò e Melissa, Valentino Zito, all’indomani della conclusione della manifestazione fieristica Vinitaly 2016, una tra le manifestazioni più importanti del mondo vitivinicolo o forse la più importante che si è svolta a Verona dal 10 al 13 di aprile scorso. Il Consorzio Di Tutela Dei Vini Ciro’ Doc ha partecipato nell’ambito dello stand della Regione Calabria con un proprio spazio dedicato a tutti i soci, dando la possibilità anche alle aziende più piccole di presentare le proprie produzioni. E’ la prima volta che il Consorzio di Tutela si presenta al Vinitaly con tutte le aziende del Cirò unite sotto un unico marchio. In ogni caso dopo aver concluso un evento come il Vinitaly, che ha dato grande risalto alla Calabria e al vino Cirò, nel nostro caso, e di questo ne dobbiamo dare atto che la Regione Calabria nella persona del suo presidente Onorevole Mario Oliverio ha fatto molti passi in avanti, finalmente la nostra Regione non si è presentata come la Cenerentola della manifestazione ma da protagonista.“Per la Regione Calabria è stato un successo, ha affermato Zito, ma abbiamo dovuto pendere atto dell’infelice sortita del presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti, che ha chiesto ufficialmente tramite i Media di procedere con l’istituzione di un’unica Doc Calabria.
“Nel merito, osserva Zito, chiedo come sia possibile procedere con una doc unica, quale sarà il vino che identifica il territorio, ed inoltre come possiamo pensare di cancellare il lavoro e l’impegno profuso dai nostri agricoltori fin dalle origini che ci riportano alla Magna Grecia. Sarebbe una operazione suicida che non può essere paragonata all’esperienze Sicilia, perché in quella Regione oggi vi sono enormi problemi di commercializzazione”. Oggi la Sicilia infatti, continua in una sua nota il presidente Zito, ha grossi problemi di commercializzazione. Ad esempio alcuni vini blasonati in passato, quali Donna Fugata, Regaleali o altri oggi sono stati superati da altre doc quindi non riuscendo più a vendere i propri vini, si sono dovuti inventare una nuova doc con la speranza di riprendere quote di mercato senza avere più una identità precisa”. “Oggi il consumatore in una bottiglia di vino vuole ritrovare il territorio e le sue caratteristiche, quindi non è possibile che un doc prodotto a Cirò possa essere uguale a quello che si produce a Reggio Calabria a Lamezia o a Cosenza”. Pertanto, aggiunge Valentino Zito, ritengo che la proposta di un’unica doc sia da rigettare, e questa non è solo una mia convinzione, ma della maggioranza dei soci del Consorzio di Tutela appartenenti alla varie categorie, Cantine e Agricoltori. “Chiediamo al presidente della Giunta Regionale On. Oliverio di continuare nella sua opera di promozione e valorizzazione dei vini Calabresi come egregiamente ha fatto in occasione del Vinitaly appena concluso, ma di lasciare ai Consorzi quali unici rappresentanti delle doc Calabresi decisioni così importanti e delicate che potrebbero creare danni irreversibili al nostro territorio.”
Continua cosi Valentino non farti offuscare la mente,cercate sempre di essere uniti cirotani.
Il vino e la storia dell’enologia calabrese risiedono per il 90% nel nostro territorio, quindi il signor Statti ha perso una buona occasione per fare silenzio. Il ciro’ è un simbolo e ha una storia millenaria, la sua proposta cancella tutto quanto e’ stato fatto con sacrificio e abnegazione.Piuttosto che dire baggianate s’impegni a promuovere la nascita dell’enoteca regionale nel nostro territorio che ne rappresenta la sede naturale.
Grande Valentino!!!! Il Ciro’ non va confuso con Lamezia o Cosenza come in toscana il brunello non va confuso con il chianti