Il prossimo 20 novembre, in concomitanza con la ricorrenza della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia, il sindaco di Crotone Peppino Vallone consegnerà i primi attestati di cittadinanza simbolica a bambini nati a Crotone da genitori stranieri. Il tema della giornata mondiale di quest’anno, che si celebrerà in collaborazione con l’Unicef, è dedicato proprio ai temi dell’integrazione. Quale migliore occasione per consegnare la cittadinanza simbolica, prevista dal Regolamento adottato dal Consiglio Comunale “Io sono crotonese – Io sono Italiano”, ai piccoli nati a Crotone. Un regolamento, adottato condividendo il richiamo del Capo dello Stato relativo alla opportunità del superamento dell’attuale modello per consentire il riconoscimento della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia. In attesa di una normativa nazionale che superi l’attuale principio dello “ius sanguinis” rispetto allo “ius soli” la città di Crotone ha ritenuto di dare un segnale in tal senso.
L’iniziativa organizzata dall’Assessorato comunale alle Pari Opportunità e da Unicef Crotone ha ottenuto l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica. La manifestazione ha anche il patrocinio del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria. A proporre al Comune di Crotone i primi bambini che riceveranno la cittadinanza simbolica è la stessa Unicef Crotone guidata da Donatella Intrieri Fauci, le scuole primarie della città e la Cooperativa Agorà. Proprio Agorà ha segnalato Benedetta, quattro mesi appena, nata a Crotone da genitori provenienti dal Congo ed attualmente ospitati presso il Centro di Accoglienza di S. Anna, il più grande d’Europa. L’iniziativa si terrà nella sala consiliare del municipio di Piazza della Resistenza nella mattinata del 20 novembre prossimo. Per l’occasione il sindaco Vallone ha dichiarato che “i bambini nati a Crotone, seppur da genitori stranieri, sono figli di questa città. E’ ora che venga cancellata una legge ormai anacronistica”.
Straordinario segno di lungimiranza politica e sensibilità concreta all’umano che siamo. Tutti di un’unica terra, tutti appartenenti al Bene Superiore che non trova limite nel riconoscere l’alterità da cui trarre arricchimento culturale. Una rigenerata speranza che di beni comuni si può ancora parlare, e il nostro essere umani è un bene comune.
Grazie Dott. Vallone e ad maiora semper!
Maria Francesca Carnea