Nei giorni scorsi l’assessore provinciale alla Cultura, Giovanni Lentini, unitamente al funzionario del Settore Pubblica Istruzione della Provincia di Crotone, Teresa Falcone, ha partecipato ad una riunione di tutti gli assessori provinciali alla pubblica istruzione indetta dall’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, per discutere sul dimensionamento scolastico. Nel corso della riunione tutti i convenuti hanno preso atto della comunicazione inviata dal presidente Scopelliti al ministro Profumo, tendente a mantenere le attuali 408 dirigenze scolastiche, in virtù del fatto che la Calabria ha specificità geografiche e vaste aree di disagio e di dispersione. Gli assessori provinciali hanno altresì evidenziato che il criterio puramente numerico, di fatto imposto dal Ministero della Pubblica Istruzione nell’assegnazione dei dirigenti, non consente la piena applicazione delle linee guida regionali sul dimensionamento scolastico, che invece tengono conto delle effettive realtà territoriali.
Nel corso del suo intervento l’assessore Lentini, pur in un quadro di estrema difficoltà territoriale, ma consapevole della gravità della situazione generale del Paese, si è dichiarato disponibile ad applicare quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale 147/2012, procedendo alla ulteriore riorganizzazione della rete scolastica, con l’eliminazione delle reggenze entro i tempi ultimi previsti del 15 gennaio 2013, e in questo senso si è dichiarato pronto ad incontrare le parti interessate per concordare un percorso comune e condiviso, in modo da evitare che in assenza di una decisione da parte del territorio il Governo possa sentirsi autorizzato a nominare un commissario ad acta che, seguendo una scia ormai consolidata, consideri Crotone e la sua provincia una variabile numerica e nulla più. “Come per altre circostanze –ha sostenuto Lentini- questa provincia si difende solo se riesce a fare sistema, se si unisce, se si dà un orizzonte all’interno del quale si assume come irrinunciabile la difesa comune del territorio, altrimenti destinato, per la sua dimensione e per i problemi che lo affliggono, ad una marginalità che cancellerebbe ogni speranza per il futuro dei nostri giovani”.