Sono giorni di ansia e attesa, queste, per la famiglia Bonessi. Dopo la notizia del ritrovamento del cadavere, i familiari del pensionato 66enne scomparso da Cirò Marina, si sono recati all’obitorio di Locri per il riconoscimento ufficiale ed il prelievo per equiparare il Dna. “Il volto del cadavere ritrovato è irriconoscibile perché in stato di decomposizione per il troppo tempo in mare” ammette il figlio Giuseppe accompagnato dalla moglie. Ma determinante è l’abbigliamento rinvenuto, maglietta e slip, secondo il figlio, appartengono al papà Vincenzo.
La svolta potrebbe arrivare dai test del Dna, che secondo gli esperti, al momento è possibile solo attraverso i campioni di ossa, un procedimento molto complesso, che richiede tempo, circa 50 giorni, e non tutti i laboratori hanno i mezzi necessari a questo fine. Le percentuali di successo dipendono dalla condizione in cui si trovano le ossa, per esempio da quanto tempo la persona è defunta, come ne è stato conservato il corpo, ecc. Il tutto fa slittare il rientro della salma e i funerali del cirotano. Intanto emergono dettagli sul ritrovamento del cadavere a Roccella Jonica, nel reggino, avvenuto intorno alle 19:00 di domenica 12 luglio. Un natante ha avvistato, a circa un miglio dalla costa, un corpo privo di vita galleggiare nell’acqua. Considerata la presenza di minori sull’imbarcazione ha allertato i soccorsi tenendo d’occhio il cadavere e aspettando gli uomini della Guardia Costiera. Una vicenda toccante questa, straziante per tutta la famiglia, i pochi dubbi sull’identità del corpo diventeranno certezza solo dopo il test del Dna.