Il gruppo consiliare del Partito Democratico, esprime stupore per il contenuto del documento diramato da Rino Capicchiano (leggi). “Capicchiano – affermano i consiglieri del PD Isola Capo Rizzuto, Milone Damiano, Friio Salvatore e Rodio Giancarmine – mette sotto accusa quel gruppo dirigente e quello stesso gruppo consiliare ai quali appartiene e nei quali può liberamente esercitare la doppia funzione di militante e di rappresentante le istituzioni comunali. La richiesta di dimissioni del segretario Friio è indice di una vera e propria distorsione dei rapporti interni al partito, basati su un eccesso di personalizzazione del confronto e ricerca di visibilità e postazioni personali, che finisce per declinare nella disaffezione degli iscritti alla partecipazione attiva alla vita del circolo”.
“Il compagno Capicchiano – continuano i consiglieri – arrivato da poco al partito, è stato accolto con affetto e simpatia al punto da diventare consigliere comunale (primo dei non eletti, subentrato da pochi mesi alla ex consigliera Muto Angela). In questa veste egli poteva svolgere una funzione dirigente che però stenta ad esercitare. Nel merito delle questioni poste, vale la pena di precisare che gli organismi del circolo sono convocati con cadenza almeno bisettimanale ed in ogni caso sempre in occasione dello svolgimento dei consigli comunali, al fine di consentire la partecipazione attiva dei consiglieri comunali con un orientamento condiviso da tutto il Partito. Per quanto riguarda gli insuccessi del partito e in particolare alle elezioni regionali ci pare evidente che vi è stata una eccessiva personalizzazione della campagna elettorale a discapito dei contenuti prettamente politici e programmatici. Vale ancora la pena di ricordare che il Partito Democratico è una entità complessa che trova il suo punto di equilibrio nella capacità di mettere a confronto le idee e le proposte e portarle a sintesi unitaria. I solisti in politica hanno vita breve, basta guardarsi in giro per averne conferma. Non ce ne voglia il nostro amico Capicchiano, ma la sua richiesta di dimissioni nei confronti del segretario, ci fa venire in mente la storia della volpe che intenerita dalle suppliche dell’istrice decise di farla riparare dalla pioggia facendola entrare nella sua tana ma, ahimè, l’ingrata rizzò gli aculei dicendo: “adesso chi si duole, esca fuori”, che tradotto in lingua volgare significa: “chi i fora vena, i dinta ti caccia”. Sul resto caro Rino fa ciò che credi sia giusto e opportuno, tanto nessuno è indispensabile in un partito che giustamente tu definisci grande. Se vuoi dimetterti fallo tranquillamente, il gruppo consiliare più che di numeri ha bisogno di qualità”.