Domenica pomeriggio uno smottamento ha interessato la parte alta del centro storico di San Giovanni in Fiore, provocando lo sgombero di tre famiglie e danni a quattro abitazioni, di cui due per fortuna disabitati, in Via Toscana. La pioggia che si è abbattuta sul territorio in queste ultime ore ha solo accelerato fenomeni di dissesto idrogeologico “che interessano parte dell’abitato del centro silano caratterizzato da abusivismo edilizio, incuria e cattiva manutenzione” afferma Legambiente Sila. Sono queste, infatti, le vere cause di fenomeni che di naturale non hanno nulla e dove la pioggia fa solo da effetto moltiplicatore, assestando il colpo finale, a un territorio dove non viene più eseguita nemmeno la semplice regimazione delle acque piovane
La messa in sicurezza e la riqualificazione ecosostenibile del nostro centro urbano, far rispettare il criterio di zero consumo di suolo e stop a nuovo cemento, devono essere le parole d’ordine per gestire un territorio comunale che, al pari del resto dei comuni calabresi, è classificato “ad elevato rischio idrogeologico” ma su cui si continua a costruire abusivamente, a modificare il regime delle acque meteoriche senza criterio, a scavare abusivamente costoni di montagna, a spianare cocuzzoli e, soprattutto, a non programmare interventi di difesa del suolo che potrebbero essere finanziati con le risorse a disposizione della Regione Calabria”.
“Sono infatti 393 milioni di euro stanziati dal 1999 ad oggi per gli interventi di messa in sicurezza contro il rischio idrogeologico in Calabria. Soldi non spesi ma anche spesi male, in molte occasioni con interventi puntuali e senza una visione d’insieme. Con lavori progettati secondo la sola logica di “messa in sicurezza” attraverso la costruzione di opere difensive che hanno irrigidito ulteriormente un territorio che invece, per la sua conformazione geologicamente giovane e in continua evoluzione, avrebbe avuto bisogno anche di una pianificazione dinamica e innovativa. Abbiamo già denunciato i ritardi nella programmazione, nella pianificazione e nella gestione del rischio: a San Giovanni in Fiore non esiste un Piano di Protezione Civile e nemmeno un’idea di cosa fare per tutelare un territorio dove l’elevato abusivismo del costruito è stato di fatto ereditato da tutte le amministrazioni locali, e socialmente “accettato” dai cittadini secondo la logica: tutti colpevoli, nessuno è il responsabile del disastro”.