“…C’è uno sbarco di migranti a bordo di un peschereccio a 200 metri dalla riva in zona Gabella. Venite subito”. In sintesi, questa la telefonata pervenuta ieri mattina alla sala operativa della Capitaneria di porto di Crotone. Intervenuta immediatamente in zona, la motovedetta SAR CP873 verificava in realtà la sola presenza di un piccolo peschereccio a poche centinaia di metri dalla costa ma nulla che lasciasse presagire lo sbarco di cittadini extracomunitari. Partiti i dovuti controlli, si scopriva che l’unità da pesca si trovava così vicino alla costa poiché intenta ad effettuare una battuta di pesca alla neonata di sarda, il cosiddetto bianchetto. La forte risacca in zona ed il vento che continuava a soffiare molto forte non consentivano ai militari d’ispezionare a fondo il motopesca. Pertanto, il comandante dell’unità veniva invitato a raggiungere il porto di Crotone per l’ultimazione dei controlli e consegnare il prodotto ittico illecitamente pescato.
Nonostante le intimazioni, il comandante si rifiutava di eseguire gli ordini impartiti e intraprendeva la navigazione con rotta verso il porto di Cirò Marina dal quale era partito alle prime ore dell’alba. Vista l’impossibilità di procedere con manovre di affiancamento in mare la motovedetta SAR decideva di scortare il piccolo peschereccio direttamente nel porto di Cirò Marina. Giunti in banchina, un’aliquota di personale militare dell’ufficio locale marittimo di Cirò Marina procedeva ad ispezionare il motopesca. I documenti della barca risultavano in regola ma a bordo veniva rinvenuta una rete del tipo sciabica con la parte terminale della maglia notevolmente inferiore a quella consentita dalla legge. Peraltro, tra le maglie stesse venivano rinvenuti esemplari di neonata di sardina (bianchetto), specie ittica tassativamente vietata dalla legge e costituente illecito penale. L’attrezzo da pesca veniva immediatamente sequestrato e intraprese, a carico del comandante del peschereccio, peraltro già noto alle forze dell’ordine, le dovute azioni di carattere penale riguardo al mancato rispetto dell’ordine impartito dalla motovedetta CP873 e per aver impedito l’esecuzione del sequestro del prodotto ittico. Giova ricordare che, per il codice della navigazione, il comandante della nave che non obbedisce all’ordine di una nave da guerra nazionale (comprese le motovedette della Guardia Costiera), è punito con la reclusione fino a due anni.