Un urgente incontro, possibilmente entro lunedì 7 luglio, al fine di delineare una linea di intervento ed un necessario e preciso crono programma di pagamenti, oppure il persistere di tale situazione, ci costringerà ad organizzare, già sono in corso i preparativi, apposita manifestazione presso gli uffici regionali a Catanzaro. Questo il messaggio chiaro ed inequivocabile che Coldiretti Calabria, in una lettera a firma del suo presidente Pietro Molinaro, ha inviato alla Presidente Stasi e agli assessori Mancini e Trematerra. La Coldiretti – si legge nella lettera -aveva già manifestato grandi preoccupazioni già qualche giorno fa, sulla grave situazione riguardante il “blocco” nella Ragioneria Regionale, dei pagamenti di Decreti di Liquidazione definiti dal Dipartimento Agricoltura (su circa 200, pagati meno del 10%) Ad oggi i provvedimenti efficaci e rapidi che si erano richiesti non ci sono stati e ormai siamo alla “paralisi”. A solo titolo esemplificativo – prosegue la lettera – imprese e cooperative agricole, l’ARA, (Associazione Regionale Allevatori), i Consorzi di Bonifica, e associazioni aspettano legittimamente la liquidazione (in diversi casi svolgendo funzioni regionali hanno anticipato le relative somme).
Adesso siamo ancora più preoccupati, anche in base alle dichiarazioni ufficiali, rese sia in Consiglio Regionale che sulla stampa, in particolare dal Presidente e dall’Assessore Mancini poichè “la ghigliottina o trappola” del Patto di Stabilità, che impone il rispetto del limite massimo di spesa, continua a mietere vittime e crea ulteriori problemi. Registriamo da tutto il territorio, reazioni negative a catena il cui effetto rischia di essere amplificato fino a diventare un fenomeno più ampio. Ad avviso di Coldiretti vi è una inerzia che è tipica di un contesto politico ed istituzionale incerto, dove ci sono garanzie solo sulla carta. Perseverando in tal modo – si legge – si strozzano gli investimenti che hanno un peso non trascurabile in particolare in questo contesto storico, si vanificano i risultati ottenuti, diminuisce l’occupazione diretta e indiretta, e tutto ciò crea tensioni sociali le cui ripercussioni sono impreviste ed imprevedibili, oltre ad una esposizione della Regione ad azioni giudiziarie che potrebbero aggravarne l’esposizione debitoria.