“La decisione scellerata di far transitare nel porto di Gioia Tauro delle potenziali navi-bomba, cariche delle armi chimiche siriane conferma la considerazione che hanno della Calabria e dei calabresi – come del popolo meridionale in genere – coloro che ne decidono le sorti – afferma Francesco Molinari del M5S. Un porto ed un territorio, quello calabrese, del tutto impreparato e inadeguato a trattare qualsiasi più piccola emergenza che possa originare il trattamento non consono – anche occasionale – di tale micidiale materiale. Le bugie del Governo, comprovate dalle dichiarazioni degli esponenti del governo locale e dalle maestranze che dovrebbero provvedere a tale rischiosissima movimentazione, sconfinano nell’irresponsabilità, se si considera l’assenza di ogni informazione alla popolazione civile.
Quella attuale è l’ennesima lezione che deriva dall’essere punto di scarico delle ambizioni di una classe politica, serva di logiche internazionali che vengono fatte pagare alle sue frange locali meno protette dietro il solito ricatto occupazionale: è viva la memoria, al riguardo, degli “ordini di scuderia” di certi padrini politici ispirati alle logiche più bieche di faziosi interessi politici. Ma oltre gli scontati “obbedisco” ciò che fa più male è il silenzio assordante del resto della politica calabrese: silenzio talvolta interessato (e da spendere in qualche tavolo di concertazione), talvolta frutto di un’ignavia situazionista, ma comunque sempre complice e – in quanto tale – colpevole. Un dolore – come calabrese – che diventa rammarico e colpa, pur stando sin dall’inizio a disposizione ed a fianco della popolazione della Piana, per non aver potuto far assurgere questa lotta contro chi vuole il popolo calabrese ancora schiavo alla stessa dignità che ha assurto la lotta contro la TAV in Val di Susa e il Mobile User Objective System a Niscemi. Che diversità di comportamento rispetto ai recenti, ulteriori ammonimenti del Governatore della Sardegna a solo immaginare di usare le coste sarde (meta del turismo internazionale, nell’accezione anche di immagine e non solo come risorsa), come oggetto di tali manovre criminali”.