Ci siamo mai chiesti, noi che viviamo in questa regione, cos’è realmente la Calabria? Siamo mai stati capaci di sgombrare il cervello dai riflussi del nulla? Trasformare la mente in una scintilla di ricerca? Possiamo affermare che, al di la dei pensieri e delle emozioni, per dare un seguito alle espressioni sulla nostra regione, ci sarebbe poco da dire, quasi niente, mentre di contro tanto da vedere, scoprire, ricercare, ammirare e registrare in un variegato caleidoscopio di immagini, i cui colori volano saltellando in tutta la loro gamma di splendida verità. La Calabria non è solo un pezzo di geografia particolare che chiude lo stivale dell’Italia, è anche un pensiero unico che non ha ne un inizio ne, tanto meno, una fine. E’ sempre stata li dove si trova, a segnare lo scorrere del tempo e dello spazio. Ha guardato le sue genti andare per il mondo in cerca di fortuna, con i suoi giovani in costante trasferimento, fuori dalla regione per un diverso domani. Assiste, con tristezza, alle figure dei suoi anziani che, rassegnati, si fermano in attesa della fuga dalla vita, nostalgici espressioni d’un tempo andato, con negli occhi il profondo ricordo di momenti consumati alla ricerca del vero futuro. La Calabria è anche la voce del mare, suadente e seducente negli istanti di placida calma, ma violenta e furiosa nelle sue ire tempestose.
E’ il canto degli alberi dei monti, dove ogni sussurro del vento racconta, alla gente, silenti ballate d’amore, di morte, di sofferenza, ma anche di tanta voglia di speranza, in un allontanamento dalla cruda realtà dell’infinito. Una regione che potrebbe diventare la storia intima della fantasia. Una regione che va amata svisceratamente, senza chiedere e senza cercare scopi diversi, presa per mano e portata nel sole, trattata non come una schiava sottomesse e violentata, ma come una fragile e delicata innamorata appena trovata. La Calabria di oggi è un insieme di vuoti e di mancanze, di miseria e veleni, di fughe senza ritorno, di morti, morali e materiali, per la crudezza di non sapere cosa riserva il giorno che segue, vivendo nello spicciolo dell’ora che fugge. Una regione che potrebbe avere tutto per essere se stessa, per dare vita ad un suo mondo da scrivere tra gli asterischi rari della civiltà ma, per farlo, deve imparare a crederci per prima, senza lasciare ad altri il compito di rinverdire le tradizioni e rivalutare le opzioni alle infinite possibilità. Una regione che deve scuotersi per trovare quel suo ancestrale termine di civiltà e di orgoglio, capace di farla uscire dal letargo mortale, in cui da sempre è stata relegata. Per noi, figure dell’esistenza, è arrivato il momento di muoverci concretamente, imprimendo nella mente, la forza con cui dobbiamo diventare gli alfieri reali del riscatto. Facendo rinascere la voglia di diffondere il meglio nel sociale, nel progresso e nella scala dei valori umani, per far ridiventare la Calabria protagonista di una nuova stagione.
Gianfranco Turino
Presidente di Calabria Sociale