“Michelangelo, l’enigma di pietra” è un omaggio al grande artista toscano che consegnò a papa Giulio II e al mondo, il 31 ottobre del 1512, la celebre Cappella Sistina. È una lectio magistralis che lo scrittore e critico Gianfranco Labrosciano terrà sul palco del teatro Garden di Rende proprio la sera del 31 ottobre, e si inscrive in un più ampio ventaglio di manifestazioni, denominato “Michelangelo e una bottega del ‘500 a Cosenza”, laddove l’omaggio all’artista si estende nella celebrazione del fermento culturale che animò la città bruzia nel Rinascimento. Importanti personalità del mondo accademico e culturale si soffermeranno su varie sfaccettature: dopo la conferenza, già avvenuta, della prof.ssa Anna Maria Santoro, che ha ricordato l’esistenza di una stamperia a Cosenza nel ‘500, uomini di cultura come l’avv. D’Ippolito, presidente dell’Accademia cosentina, lo scrittore Coriolano Martirano, il prof. Leopoldo conforti e altri (si veda programma dettagliato) analizzeranno con cura l’arte, la poesia, la filosofia e la bellezza che hanno fatto del Cinquecento il secolo d’oro di questa città. Il 31 ottobre anche il Parlamento italiano celebrerà Michelangelo con una mostra di disegni del grande Maestro che verrà inaugurata presso le Camere. Non esiste migliore occasione per ricordare il Rinascimento e raccontarne i contorni.
A Cosenza, uomini come Telesio, Parrasio, Giovan Battista Amici, la piccola tipografia di cui ha parlato la professoressa Anna Maria Santoro ascrivibile a Ottaviano Salomonio (soltanto 28 anni dopo la nascita della stampa!) hanno prodotto un forte fermento culturale nella città bruzia. “Michelangelo – ha spiegato il critico d’arte Labrosciano – come modello costituisce un unicum. Esso può funzionare per la conoscenza dei territori in cui viene presentato, e soprattutto per la didattica nelle scuole. La sua importanza consiste nel fatto che esso susciti, a distanza di 500 anni, l’interesse di quanti continuano a pensare all’arte e alla cultura come elemento di progresso ineliminabile e di civiltà”. “Questa città – ha detto il prof. Leopoldo Conforti, tra le figure più rappresentative della cultura calabrese – ha una grande tradizione culturale, a partire dall’epoca più antica. E noi abbiamo il dovere di mantenerla”. La Cappella Sistina – “la lucerna dell’arte nostra” come la definì Giorgio Vasari – è il trionfo della bellezza che si manifesta attraverso le espressioni dello spirito. A questo proposito ha valore la lectio magistralis del prof. Labrosciano. La coreografia dello spettacolo sarà curata da Pino Librandi, ma sul palco del Garden gli intermezzi musicali saranno animati dal danzatore Luca Lago e da Giulia Moraca all’arpa.