Venticinque richiami elettromagnetici illegali sequestrati: questo il risultato di una intensa attività investigativa condotta dagli uomini delle Stazioni Forestali di Crotone, Petilia Policastro, Santa Severina, Cotronei e Savelli coordinati dal NIPAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale) e dal NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio) dell’Ispettorato Generale del CFS di Roma. Si sono protratti per diversi giorni e sono tutt’ora in corso i controlli antibracconaggio messi in campo dagli uomini della Forestale, gli stessi sono scaturiti da esposti scritti di cittadini che denunciavano un’intensa attività illegale, di caccia agli ungulati, in Sila Piccola nelle località Mallarotta, Manca del Diavolo e Pinito dei comuni di Mesoraca e Petilia Policastro, ricadenti all’interno del Parco Nazionale della Sila. I controlli si sono svolti in ore notturne e hanno interessato anche la parte bassa del Crotonese e precisamente i comuni di Rocca di Neto loc. Dittura e Difesa, Crotone Loc. Cantorato e Salica, Isola Capo Rizzuto loc. Marinella e Fratte nonché le loc. Steccato e Sovereto di Cutro. Il materiale sequestrato ha evidenziato una intensa e ciclica attività illegale da parte dei presunti cacciatori in quanto i richiami erano attivati da timer che consentivano l’accensione degli stessi tutti i giorni durante le ore notturne.
Cosi facendo si ingannavano i volatili che venivano trattenuti in loco, durante la notte, dal verosimile cinguettio dei richiami scambiati per uccelli della stesse specie diventando nel frattempo, all’alba, facile bersaglio delle doppiette dei bracconieri. I richiami erano alimentati da batterie di automobili che dovevano essere periodicamente ricaricate o sostituite, erano costituiti da lettori di schede digitali o in alcuni casi da lettori di audiocassette, il suono veniva diffuso da altoparlanti. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno dovuto far uso di attrezzi speciali per poter scardinare alcuni dei richiami i quali erano protetti da lucchetti e cassette di sicurezza ancorate al terreno e a pilastri di cemento armato. Finita la fase di sequestro sono ora in corso indagini al fine di risalire alla proprietà dei terreni su cui insistevano i richiami e ai bracconieri che li hanno istallati. Dei risultati dell’intensa attività di P.G. si è informato la Procura della Repubblica di Crotone attraverso notizie di reato per violazione alla legge 157/92 per presunta attività di caccia con mezzi non consentiti.