“Son le primarie della rottamazione o le primarie per l’Italia? Questa è la domanda che si sono posti tanti iscritti ed elettori del Pd e del centrosinistra riguardo le primarie nazionali” – afferma in una nota Oreste Sabatino Vicesegretario Gd Crotone. “Da mesi ormai il dibattito nel Pd ruota attorno a due parole: primarie e rottamazione. Veniamo alle regole che sono la cosa più bella che ci possa essere in una democrazia e in un partito, che tra l’altro si chiama democratico. Stando allo Statuto e quindi alle regole, il candidato del Pd alle primarie di coalizione é il Segretario nazionale. Pier Luigi Bersani per venir incontro a Matteo Renzi e a chi come lui ha manifestato la voglia di correre per la premiership, sabato 6 ottobre 2012 a Roma ha riunito l’Assemblea nazionale che ha approvato la deroga che permette a tutti gli iscritti del Pd di concorrere alle primarie. Di una settimana dopo è l’annuncio di Walter Veltroni che domenica durante la trasmissione” Che tempo che fa” ha annunciato che alla prossima tornata elettorale non si ricandiderà al Parlamento, seguono nella decisione l’ex Segretario Castagnetti,D’Ambrosio e Treu. Dopo questi annunci e lo scontro a distanza con Massimo d’Alema è ritornata nel dibattito il tema forte della campagna renziana:la rottamazione. Renzi grazie a questo termine ha costruito il suo successo e la sua fortuna politica, ma vorrei ricordargli che i partiti sono governati dalle regole e non dalle volontà dei singoli.
E le regole riguardo le candidature nel nostro Statuto parlano chiaro: art 21 comma 3, non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati, ma i commi 8 e 9 dicono che:
8. Eventuali deroghe alle disposizioni di cui ai commi precedenti, ad esclusione dei comma 2 e 4, devono essere deliberate dalla Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, su proposta motivata dell’Assemblea del livello territoriale corrispondente all’organo istituzionale per il quale la deroga viene richiesta. Per le cariche istituzionali europee, la proposta viene formulata dalla medesima Direzione nazionale.
9. La deroga può essere concessa soltanto sulla base di una relazione che evidenzi in maniera analitica il contributo fondamentale che, in virtù dall’esperienza politico-istituzionale, delle competenze e della capacità di lavoro, il soggetto per il quale viene richiesta la deroga potrà dare nel successivo mandato all’attività del Partito Democratico attraverso l’esercizio della specifica carica in questione. La deroga può essere concessa, su richiesta esclusiva degli interessati, per un numero di casi non superiore, nella stessa elezione, al 10% degli eletti del Partito Democratico nella corrispondente tornata elettorale precedente. (I posti che si libererebbero qualora non si applicassero le deroghe sono in tutto 26).
Questa regola, con le rispettive deroghe, scritta in maniera diversa era presente negli Statuti del Pci,Pds,Ds e così in quello del Psi, della Dc,Ppi,Margherita. Ricordiamoci il rinnovamento nella continuità togliattiano; cosa sarebbe oggi Napolitano senza la sua lunga esperienza politica maturata negli anni in Parlamento per citarne uno fra tanti. Funziona così anche in Francia, Hollande siede in Parlamento da due decenni e nessuno è andato lì e gli ha detto ora ti rottamo. In Europa tra i partiti progressisti siamo il partito con la media di legislatura più bassa tra i parlamentari. Renzi insieme a tanti opinionisti, giornalisti e commentatori definiscono il Pd un partito di vecchi. Affermano ciò perché non conoscono le realtà, i territori, non hanno mai visto un circolo, una federazione,non sanno come e chi organizza le migliaia di feste per l’Italia. Abbiamo 6.123 circoli e sapete quant’è l’età media dei segretari? 44 anni. Tanti sono i giovani amministratori che abbiamo sparsi per l’Italia, abbiamo l’organizzazione giovanile più grande d’Italia, una segreteria di quarantenni, una squadra di segretari provinciali e regionali completamente rinnovata. Ma il rinnovamento non è solo anagrafico, se il rinnovamento vuol dire Calearo preferisco l’usato sicuro, se il rinnovamento vuol dire Renzi, blairismo e terza via preferisco Bersani, se il rinnovamento è la cena con i Gotha della finanza(coloro che la crisi l’hanno prodotta) preferisco le cene di autofinanziamento. Chiudo con una frase di Antonio Gramsci: “Una generazione che deprime la generazione precedente e non riesce a vederne la grandezza e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa, anche se assume pose gladiatorie e smania per la grandezza”.
Parla un grande della Politica, che, giovane e gladiatore, sa parlare di bene comune, futuro, società dove vivere meglio, con la strategia del rinnovamento nella continuità. Senza rottamazioni sciovinistiche. Sui tanti giovani come Oreste, ma anche come i tanti Giuseppe Dell’Aquila, si potrà veramente credere su un possibile Futuro.