“Siamo molto felici che cittadini e nuove associazioni si stiano finalmente interessando del disastro ambientale del quale Legambiente si occupa dal 1981, dunque da ben prima che le fabbriche cittadine chiudessero – afferma il presidente circolo “Ibis” Legambiente Crotone, Francesca Travierso. Non abbiamo, però, mai avuto il piacere di incontrare la signora Anna Cerminara, né di ricevere alcuna comunicazione o richiesta di confronto da parte del comitato “I cittadini crotonesi” sulla manifestazione in programma per il 30 gennaio prossimo, sulla quale di conseguenza ovviamente non abbiamo espresso alcun parere. Spiace, dunque, essere stati chiamati in causa in maniera non proprio opportuna e corretta. Ma riusciremo a farcene una ragione. D’altra parte non abbiamo nulla da dimostrare. Legambiente le sue battaglie non le ha mai combattute a mezzo stampa; siamo un’associazione scientifica, che parla con dati e carte alla mano.
E con dati e carte non abbiamo paura di rivolgerci alla magistratura, mettendo la firma e la faccia sotto ogni denuncia. Dinanzi ai problemi ambientali, più che chiamare le televisioni scegliamo di costituirci parte civile nei processi, di confrontarci de visu nelle aule dei tribunali. Non ci interessano i ponti d’oro, ci piace pensare che questa città non sia più in vendita. Non crediamo che Crotone abbia bisogno dei soldi dell’Eni, ma che dall’Eni debba pretendere con tutte le sue forze una bonifica completa e priva di ombre. Questo territorio si è già svenduto abbastanza, e non crediamo che la politica locale sia immune da gravissime responsabilità sulla mancata bonifica. A noi stanno a cuore la salute dei cittadini e il futuro della nostra terra. Per questo avremmo voluto vedere qualche centinaio di cittadini, e magari altre associazioni, fuori dal Tribunale in occasione dei processi sul disastro ambientale o sulle morti per amianto. Processi nei quali oltre a noi e pochi altri non si presentano neppure gli avvocati di Comune, Provincia e Regione”.