“La Regione Calabria ha avviato il procedimento di sospensione del decreto autorizzativo della discarica di località Battaglina a San Floro in quanto la società Sirim s.r.l. risulta essere priva della disponibilità dell’area su cui è previsto l’impianto. Su tale area, infatti, insistono diritti di uso civico. Una notizia che Legambiente Calabria accoglie con piena soddisfazione. In data 08.01.2014, aveva inviato alla Regione Calabria una richiesta formale di ritirare e/o annullare e/o revocare e comunque di sospendere immediatamente in via di autotutela tale autorizzazione. La richiesta frutto del lavoro dei circoli di Legambiente di Girifalco e di Catanzaro, era stata firmata dal vice-presidente Andrea Dominijanni e dal legale del Ceag Anna Parretta, ed era stata seguita da quella analoga del Comitato No Battaglina (di cui Legambiente fa parte). Accolta dalla Regione Calabria e prelude all’auspicato annullamento o revoca dell’autorizzazione ambientale. La lotta della “Battaglina” è, quindi, sulla strada della vittoria. Tuttavia Legambiente non abbasserà l’attenzione fino a quando non sarà definitivamente sgombrata ogni ipotesi di attività di gestione dei rifiuti in località Battaglina ed lo stato dei luoghi non sarà ripristinato.E’ ormai evidente a tutti che l’area oggetto dell’impianto, sita nel Comune di San Floro e di proprietà del Comune di Borgia, è soggetta ad uso civico. Il comportamento del Comune di Borgia, è assolutamente paradossale: nel 2007, approva la convenzione con la società Sirim e dopo ben sei anni, nel 2013, approva “ il mutamento di destinazione dei terreni oggetto del progetto, autorizzando il sindaco ad inoltrare la richiesta al Presidente della Giunta Regionale. Appare, evidente la totale ed insanabile illegittimità se non la radicale nullita’ di atti con i quali il Comune di Borgia concede alla Sirim s.r.l. la disponibilità di un bene indisponibile. Il Comune di Borgia ha, senza dubbio, violato la normativa sia in materia di usi civici che in materia di tutela paesistico-ambientale e sopratutto i diritti ed interessi della collettività. Tuttavia, nonostante le reiterate richieste formali inviate da Legambiente Calabria ( in data 03.01.2014 e nuovamente in data 08.01.2014), la pressione del Comitato e l’indignazione della popolazione, il Comune di Borgia, non solo ha omesso di annullare ma persino di sospendere i propri atti relativi all’impianto della Battaglina compresa la delibera che, nella sua totale ed assoluta illegittimità, dispone il mutamento d’uso dell’area. Il paradosso è che l’ Amministrazione a tutti i livelli, si deresponsabilizzano ed assumono provvedimenti dilatori invece di agire con efficacia e magari di chiedere scusa alla cittadinanza.
Legambiente Calabria chiede invece una presa di posizione forte e definitiva sia ai Comuni di Borgia e San Floro sia alla Regione Calabria affinchè procedano, senza ulteriormente tergiversare, ad annullare e/o revocare i propri atti in via di autotutela ognuno per quanto di propria competenza. Giova ricordare in particolare alla Regione Calabria ( che tra l’altro per come previsto anche dalla legge regionale n. 18/07 avrebbe avuto il compito di tutelare e valorizzare i terreni di uso civico e le proprietà collettive invece di ignorarne l’esistenza) che il decreto con cui ha concesso l’autorizzazione ambientale alla società Sirim è affetto da ulteriori gravissimi vizi . Difatti per come già rilevato, il progetto autorizzato dalla Regione Calabria, per quanto è stato possibile accertare, è privo della VIA, obbligatoria per legge per le attività di gestione e smaltimento rifiuti proposte dalla società Sirim. La Regione Calabria, Dipartimento Politiche dell’Ambiente, nell’anno 2009, aveva correttamente espresso una valutazione altamente negativa sulla realizzazione dell’opera evidenziando, analiticamente, tutti gli impedimenti ed i gravissimi rischi ambientali e per la salute che ne sarebbero derivati. Non si riesce a comprendere, quindi, come la Regione Calabria possa avere, invece, l’anno successivo, con una valutazione cosi’ negativa, rilasciato un’a.i.a. (autorizzazione integrata ambientale) che presenta ulteriori e chiarissimi profili di illegittimità. Tale a.i.a., infatti, pone prescrizioni irrealizzate o irrealizzabili vista, ad esempio, la vicinanza di abitazioni o la presenza di falde acquifere sottostanti la costruenda discarica. Legambiente Calabria chiede, un intervento risolutore che chiuda nell’interesse dell’ambiente e dei cittadini, l’ennesima brutta pagina di storia calabrese. Oltre a chiudere definitivamente la vicenda con il ritiro degli atti autorizzativi sarà indispensabile rimarginare la profonda ferita inflitta al territorio dallo sbancamento attraverso il recupero della bellezza paesaggistica e naturalistica della zona. A questo scopo Legambiente Calabria presenterà al Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio richiesta di intervento, ai sensi del d.lgs. n. 152/2006, per il ripristino del danno ambientale ed affinchè lo Stato attivi le procedure di risarcimento nei confronti dei responsabili”.