
Si è rinnovato il Consiglio Giudiziario del Distretto della Corte d’Appello di Catanzaro per il quadriennio 2025-2029. A seguito delle recenti elezioni, sono stati proclamati gli eletti tra i magistrati togati e onorari con funzioni giudicanti e requirenti, in attesa dell’insediamento ufficiale che avverrà dopo la nomina dei componenti laici espressi da Avvocatura e Università.
In questa tornata elettorale Giuseppe Sicilia, eletto tra i magistrati onorari con funzioni giudicanti, figura di rilievo che darà il suo contributo alla nuova fase di attività del Consiglio Giudiziario.
Di seguito l’elenco completo degli eletti:
- Magistrati requirenti: Andrea Giuseppe Buzzelli, Alessandro Riello, Saverio Sapia
- Magistrati giudicanti: Carmen Tedesco, Angelina Silvestri, Carmen Misasi, Rosamaria Pugliese, Abigail Mellace, Alfonso Scibona, Matteo Torretta
- Magistrati onorari con funzioni requirenti: Letizia Maria Renda, Patrizia De Marco
- Magistrati onorari con funzioni giudicanti: Giuseppe Sicilia, Francesco Tocci
- Avvocatura: Valerio Murgano
Da segnalare l’ottimo risultato ottenuto dalla lista MI, che ha conquistato ben quattro seggi, eleggendo i giudicanti Abigail Mellace (Catanzaro), Carmen Misasi (Cosenza), Rosamaria Pugliese (Castrovillari), Alfonso Scibona (Crotone) e il magistrato requirente Alessandro Riello.
Le elezioni, concluse il 7 aprile, si sono tenute con circa sei mesi di ritardo rispetto alla naturale scadenza del vecchio Consiglio, il cui mandato si sarebbe dovuto concludere a ottobre 2024 ed è stato prorogato fino ad aprile 2025.
Con la proclamazione dei nuovi membri, il Consiglio Giudiziario si prepara a riprendere la piena operatività. Questo organismo, che svolge un ruolo consultivo fondamentale per il Consiglio Superiore della Magistratura (C.S.M.), si occupa di pareri relativi alla progressione di carriera, al cambio di funzioni e ad altri aspetti della vita professionale dei magistrati.
Le competenze attuali, ulteriormente rafforzate dalla riforma Cartabia, rendono il Consiglio Giudiziario un presidio essenziale dell’autonomia e dell’efficienza della magistratura, capace di vigilare sugli assetti organizzativi degli uffici giudiziari e di garantire l’indipendenza interna ed esterna dei magistrati.