
Nel settore dell’agricoltura, per affrontare le sfide dovute ai cambiamenti climatici, ovvero, le crescenti preoccupazioni legate ad alte temperature, diminuzione delle piogge e siccità, le tecniche ed i saperi rinvenienti dal passato forniscono suggerimenti preziosissimi. Specie, poi, per una coltura al tempo stesso forte e delicata come la vite. In Calabria c’è chi, reintroducendo in chiave moderna alcune antiche tecniche di lavorazione, sta sperimentando metodologie che possono consentire alle vigne di adattarsi alle veloci e sempre più estreme mutazioni del clima: l’azienda Librandi di Cirò Marina, che è tra le poche cantine dell’Italia meridionale che si occupa anche di ricerca, sta effettuando insieme allo studio agronomico SATA di Brescia, che si occupa di riduzione dell’impatto ambientale e tutela della biodiversità, esperimenti che puntano ad aiutare i vitigni ad adattarsi alla “sete” crescente ed ai fenomeni scaturiti dal surriscaldamento del clima.
Mentre la fase di studio va avanti, i primi risultati già degni di nota sono stati presentati, nella Tenuta Rosaneti di proprietà dell’azienda Librandi, presso i locali del Museo della Viticoltura e del Territorio, che fa parte di SudHeritage, la rete calabrese dei Musei d’impresa nata per volontà di Nicodemo Librandi, il professore che fondando la cantina cirotana e grazie alla passione ed all’attenzione per la storia e la cultura del territorio ha dato un contributo enorme alla crescita del settore enologico calabrese. Nei vigneti, nei quali già si fa ricorso ad alcune antiche pratiche, c’è un crescente ritorno alle potature tradizionali ed alle tecniche dei sovesci, ovvero, l’interramento di materiale vegetale (favino, senape bianca, trifoglio incarnato, ravizzone) per mantenere o aumentare la fertilità del terreno.
Sempre più frequente è l’innesto delle viti in campo, e grande attenzione si pone ad una corretta regimazione delle acque perché le crisi idriche sono ormai un fenomeno endemico. All’incontro, durante il quale sono stati illustrati i risultati dei monitoraggi sulla salubrità del suolo, hanno preso parte, oltre ai padroni di casa, Paolo e Raffaele Librandi, il presidente del Gal Kroton, Natale Carvello, il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, e l’editore Florindo Rubbettino, che presiede la rete museale SudHeritage. Gli approfondimenti tecnico-scientifici sono stati a cura di Marta Donna, dello Studio Agronomico SATA di Brescia, e Davide De Santis, responsabile del settore agronomico delle cantine Librandi.