
Domenica , presso l’Accademia Centro Sportivo di KR, 52 bambini divisi in 26 coppie si sono sfidati nel torneo di scacchi organizzato dal Circolo Scacchista Gio Leonardo di Bona. Un evento di grande valore culturale e formativo che, però, lascia spazio a una riflessione importante: perché questo torneo non si svolge più a Cutro?
Cutro, storicamente nota come la Città degli Scacchi, ha smesso di promuovere questa grande tradizione, interrompendo un percorso che per anni ha visto la presenza di giovani talenti e appassionati provenienti da tutta la regione. Un’assenza che pesa e che non può più essere ignorata.
Gli scacchi non sono solo un gioco: sono cultura, crescita, identità. La storica Partita a Scacchi di agosto rappresenta una vetrina importante, ma da sola non basta. Per far sì che Cutro torni a essere un punto di riferimento per questa disciplina, è necessario creare una filiera che includa tornei, attività nelle scuole ed eventi dedicati, valorizzando una tradizione che ha reso il nostro territorio celebre nel mondo degli scacchi.
Non si può parlare di mancanza di fondi quando si assiste a sprechi in altri ambiti. Servono impegno e sensibilità culturale da parte dell’amministrazione per riportare gli scacchi nella quotidianità di Cutro, offrendo ai bambini e ai ragazzi l’opportunità di crescere con questa disciplina.
C’è anche un altro aspetto fondamentale: il turismo e l’economia. Domenica, famiglie provenienti da tutta la Calabria hanno pranzato a KR, passeggiato sul lungomare e contribuito all’economia locale. Perché Cutro non può cogliere questa opportunità?
Abbiamo già un punto di partenza: il progetto del Parco degli Scacchi in via Marconi. Ora serve volontà politica e visione. Riportiamo gli scacchi a Cutro, ridiamo lustro alla nostra storia e diamo ai nostri giovani la possibilità di coltivare questa straordinaria disciplina.

