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La Chiesa crotonese, anche se non ancora completa nella sua gerarchia, l’Arcivescovo eletto Mons. Alberto Torriani verrà ordinato il 22 febbraio prossimo, continua la sua strada del Sinodo affrontando l’ultima tappa definita “fase profetica” del Cammino sinodale.
Che cosa vuol dire per la Chiesa di Crotone – Santa Severina vivere questo tempo del Cammino sinodale della fase profetica?
Questo tempo, nella diocesi, significa vivere una nuova fase, un’importante opportunità affinché i frutti del Cammino sinodale di questi anni trovino una prima mediazione nel contesto ecclesiale locale.
Con la pubblicazione dello Strumento di lavoro per la fase profetica è stato fatto un passo ulteriore verso la conclusione, che sarà celebrata tra inizio aprile (Seconda assemblea sinodale) e fine maggio (Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana).
L’obiettivo è quello di offrire alle Chiese locali alcuni criteri operativi e scelte possibili per incarnare la conversione sinodale e missionaria delle comunità. Per questo vengono offerti dei riferimenti alla Parola di Dio, al Magistero di Papa Francesco e a quello dei Pastori, con un’attenzione particolare al Documento finale della XVI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (Documento finale del Sinodo 2021-2024).
Lo Strumento di lavoro è composto di 17 schede tematiche suddivise in tre sezioni, che rappresentano le dimensioni della triplice conversione necessaria per dare corpo alla coraggiosa riforma ecclesiale che si è messa in cammino:
- Conversione comunitaria («rinnovamento missionario della mentalità ecclesiale e delle prassi pastorali»);
- Conversione personale («formazione missionaria dei battezzati alla fede e alla vita»);
- Conversione strutturale («la corresponsabilità nella missione e nella guida delle comunità»).
Al termine della Prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia (15-17 novembre 2024), è stato chiesto ai partecipanti (presente una delegazione dell’Equipe Sinodale Diocesana Crotonese insieme all’Amministratore Apostolico Mons. Claudio Maniago) di far giungere alla segreteria della CEI ulteriori e più ordinate riflessioni, frutto del discernimento operato in generale sui Lineamenti.
La Chiesa Crotonese ha già avviato, in questi anni, tavoli, processi, cantieri, progetti per vivere un discernimento su alcune sfide relative al proprio contesto. In quest’ottica, l’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina, con il coordinamento dell’Equipe Sinodale Diocesana, è stata invitata a scegliere una o più Schede, attivando il discernimento negli Organismi di partecipazione diocesani, facendo tesoro di quanto fatto finora.
In questa fase, si fa riferimento esplicito agli Organismi di partecipazione (innanzitutto Consiglio pastorale diocesano e Consiglio presbiterale), poiché «costituiscono uno degli ambiti più promettenti su cui agire per una rapida attuazione degli orientamenti sinodali, che conduca a cambiamenti percepibili in breve tempo» (Documento finale del Sinodo 2021-2024, 103).
Questo, tuttavia, non esclude che la Diocesi possa coinvolgere anche altre realtà, come ad esempio il Consiglio diocesano per gli affari economici, la Curia diocesana, le Consulte pastorali, i Consigli pastorali parrocchiali, le Assemblee pastorali, le associazioni, etc.
Preservando un clima di preghiera, il lavoro sulle Schede sarà di ascolto rispettoso e dialogo franco e la Diocesi dovrà inviare il contributo, rispetto ai temi scelti, alla segreteria del Cammino sinodale entro il 2 marzo 2025.
Negli Organismi di partecipazione, il discernimento ecclesiale sarà finalizzato alla maturazione di un consenso, cioè all’espressione di una larga convergenza su alcune delle proposte per orientare il cammino diocesano.
L’appello agli organismi della Chiesa crotonese è dunque quello di esercitare una creatività pastorale coraggiosa, che lungo le linee indicate dallo Strumento di lavoro dia vita a laboratori o cantieri, capaci di trasformare l’esistente mediante l’assunzione di uno stile (sinodale) del fare le cose e del prendere le decisioni, che va appreso, consolidato, diffuso e dovrà essere dotato degli strumenti adeguati per divenire strutturale nelle nostre comunità.
Avanti, dunque, con il cammino di riforma.
Ma per questo ulteriore passo la Chiesa crotonese deve presentare un contributo indicando «quali schede sono state approfondite, quali organismi e realtà sono stati attivati» e quali tra le proposte operative hanno ottenuto maggiore consenso.
La profezia sinodale non è appannaggio di singoli, ma caratteristica dell’intero Popolo di Dio.
Per elaborare proposte culturali che esprimano la missione profetica di tutto il Popolo di Dio occorre «immergere nel Vangelo e nella Tradizione le esperienze belle e buone, che sono possibili e umanizzanti».
La cultura infatti «è la vita delle persone e delle comunità letta nei suoi valori e significati».
Non basta dunque che i singoli assumano e imitino buoni esempi, ma occorrono «esperienze pensate», che siano replicabili nelle comunità e aiutino a crescere in umanità.
E che, a loro volta, producano «idee riformulate», in grado di ispirare altre esperienze, in quel circolo virtuoso tra prassi e teoria che è capace di far crescere la società.
Non si faranno però grandi passi in avanti, senza impastare le teorie sulle prassi.
Lo scopo del Cammino sinodale non è tanto di produrre altra carta ma proseguire nell’esperienza di uno stile, quello sinodale, che già sta diventando prassi nelle nostre Chiese e che ora domanda di potersi consolidare e disporre di strumenti perché diventi anche fatto strutturale.