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Rispetto e legalità.
Questi i temi sui quali, nella mattinata di lunedì 27 gennaio, si è dibattuto presso l’aula Magna ITI G. Mazzone di Cariati. L’incontro è stato promosso dalla Dirigente dell’IIS Cariati prof.ssa Sara Giulia Aiello e moderato dalla referente del bullismo prof.ssa Carmela Sinopoli.
Per effetto di quanto disposto dalla legge n. 70 del 17 maggio 2024, in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, il 20 gennaio è stata istituita la prima giornata del rispetto in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso nel 2020 per aver difeso un amico in difficoltà.
Apre la giornata la Dirigente, che pone l’accento anche su quanto accaduto durante la Shoah, facendo un parallelismo con la giornata del rispetto finalizzata a diffondere la cultura della legalità. La Dirigente ha invitato, inoltre, gli studenti dell’ITI e dell’IPSSEOA ad assumere atteggiamenti di rispetto, di ascolto verso chi loro vicino, e agire senza pregiudizi o azioni discriminatorie.
Il rispetto è l’ingrediente più potente per una vita felice.
Perché chi impara a rispettare se stesso e gli altri è capace di dare forma a una convivenza più piena, empatica e significativa.
La Dirigente chiarisce come la nostra scuola da sempre lotta contro ogni forma di bullismo e invita gli studenti a denunciare qualsiasi forma di sopraffazione, anche in forma anonima, attraverso le apposite cassette di posta o semplicemente rivolgendosi alle referenti del bullismo e cyberbullismo dell’Istituto.
Ospite della giornata il tenente colonnello Marco Gianluca Filippi, comandante del Reparto Territoriale Carabinieri U.O. di Corigliano, che apre il suo intervento sottolineando come la prevenzione del reato sia la più grande vittoria per un carabiniere.
Il tenente colonnello ha spiegato ai ragazzi presenti come ci sia tutto un settore del Cyber Crime, di cui il Cyber Bullismo è una parte molto importante. Ha posto l’accento su come il mondo della rete è pieno di insidie per le quali i giovani non hanno l’esperienza per comprenderne la complessità. Inoltre ha affermato come il fenomeno del bullismo c’è sempre stato, ma nel tempo è mutato e oggi la minaccia cyber amplifica tutto e ti segue ovunque.
Ha sottolineato la responsabilità civica ed etica di ognuno nel migliorare la società cercando di prevenire, perché la prevenzione è via verso la vittoria dell’intera società.
Il tenente ha evidenziato che tre sono i punti di riferimento che un ragazzo vittima di bullismo dovrebbe avere:
- Famiglia
- Scuola
- Istituzioni
Chi sbaglia potrebbe andare incontro a conseguenze meno gravi se si viene a conoscenza prima di alcuni episodi.
Ognuno ha il dovere morale di riferire situazioni di cui è testimone, a salvaguardia di chi subisce, dell’intero gruppo e per collaborare con le forze dell’ordine, che sono vicini al territorio nel quale operano e, soprattutto, vicini ai giovani e alle loro famiglie nella prevenzione di situazioni che possono trasformarsi in tragedie.
La prima domanda da farci è: “Cosa posso fare per aiutare un compagno in difficoltà?”
Se la famiglia non riesce a fornire aiuto o non riesce a dare risposte adeguate, il secondo passaggio è la scuola, rapportarsi agli insegnanti con cui si ha un rapporto di empatia totale senza nessuna paura, uscendo da quella mentalità che se dico qualcosa vado a nuocere al cattivo.
Il tenente colonnello ha saputo intrattenere e catturare l’attenzione degli studenti con aneddoti personali su episodi di bullismo, spiegando come il mondo cyber amplifichi tutto per cui è necessaria un’educazione all’uso dei social che deve partire innanzitutto dalla famiglia, che, in sinergia con la scuola, può indirizzare i ragazzi a un uso corretto dei social e della tecnologia.
Ha altresì specificato che tutto quello che si fa online ha conseguenze nella vita pratica perché non si cancella, rimane sempre. Bisogna pensare bene a quello che si pubblica, perché potrebbe ferire qualcuno.
I ragazzi sono stati invitati a prestare attenzione all’amico in difficoltà, a percepirne la sofferenza, ad essere empatici e a tendere una mano…
Anche l’esclusione da un’attività sportiva, ricreativa e/o altro è una grave forma di bullismo, che segna la persona che la riceve per tutta la vita.
Prezioso è stato l’intervento della referente dell’educazione civica, prof.ssa Pennestrì, che ha evidenziato come questa giornata si ponga in coerenza con i traguardi di competenze e gli obiettivi di apprendimento indicati nelle Linee Guida per l’insegnamento dell’educazione civica.
La scuola ha il dovere di fornire agli studenti elementi conoscitivi per definire il fenomeno, per poter gestire situazioni problematiche, generando una consapevolezza critica e potenziando le competenze in materia di cittadinanza attiva, attraverso comportamenti ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità.
L’intervento della prof.ssa Monteforte, funzione strumentale per l’inclusione, ha chiarito l’importanza della giornata del rispetto, richiamando la giornata della memoria e sottolineando come entrambe queste giornate ci invitano a riflettere sull’importanza di rispettare la diversità, sul valore di una società che riconosce e valorizza un individuo nella sua unicità.
La scena è stata caratterizzata magistralmente dai ragazzi dell’ITI e dell’IPSSEOA, grandi protagonisti dell’appuntamento che, attraverso domande, riflessioni e poesie, hanno interloquito con il tenente colonnello.
Il saluto finale della Dirigente è stato incentrato sull’importanza del rispetto della dignità umana.
La stessa, a tal proposito, ha voluto citare Anna Frank e Primo Levi con alcune frasi significative:
“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze, perché esse sembrano assurde e inattuali. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo”
– Anna Frank
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”
– Primo Levi
Un invito quello della Dirigente per i ragazzi a non arrendersi mai, ad essere sempre fiduciosi, nonostante le difficoltà e a rincorrere sempre la conoscenza, perché ci rende liberi.
La Scuola è sempre disponibile ad ascoltare, a supportare e a facilitare i processi educativi e di apprendimento.
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