Al più presto si adotti anche a Crotone un protocollo per il reinserimento lavorativo dei detenuti come a Reggio Calabria.
Un sincero plauso va alla sottoscrizione del Protocollo tra la Regione Calabria, la Prefettura di Reggio Calabria, e altri partner istituzionali e del Terzo settore, per favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone soggette a restrizioni della libertà personale nella Città metropolitana di Reggio Calabria.
Tali iniziative lodevoli rappresentano per la popolazione detenuta una risposta concreta all’attuazione di un reinserimento sociale e lavorativo vero poiché offrono al detenuto la possibilità di realizzare concrete opportunità di riscatto e crescita, permettendo al beneficiario di affrancarsi dagli errori del passato e, contestualmente, alla comunità di arricchirsi di modelli positivi di reintegrazione ed emancipazione nel tessuto sociale.
Il protocollo di Reggio Calabria prevede l’attuazione di specifici percorsi di formazione professionale, orientamento e avvio al lavoro, organizzati nell’ambito di una strategia che vede il coordinamento delle risorse messe in campo da tutti i soggetti istituzionali coinvolti.
Se è vero che “educare è meglio che punire”, anche nel nostro territorio bisogna tendere una mano a coloro che, avendo scontato la loro pena o essendo in procinto di terminare la pena in carcere, possono trovare al di fuori non soltanto una speranza ma un vero reinserimento nel mondo del lavoro.
Per tali ragioni, come Garante comunale, ho inteso inoltrare alcune comunicazioni istituzionali al Prefetto di Crotone, alla Direttrice della Casa Circondariale di Crotone e all’Assessore Regionale al Lavoro per chiedere che, anche a Crotone, si possa avviare al più presto il percorso burocratico per la stipula e la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti.