Dalle pietre degli edifici di Siena alle osservazioni astronomiche in Valle d’Aosta, divulgazione scientifica e linguaggio pop vanno a braccetto. Obiettivo: la consapevolezza che non c’è un piano B per vivere sulla Terra
Centinaia di morti nell’India a causa delle altissime temperature dell’estate boreale e l’Oceano Atlantico insolitamente ghiacciato nell’inverno argentino, mentre gli scienziati guardano con curiosità al nucleo, che, al centro della Terra, sta rallentando la sua velocità di rotazione. Segnali dalla superficie e dalle profondità di un pianeta che conserva ancora tanti segreti e che, allo stesso tempo, ci ricorda di essere l’unico posto che abbiamo per vivere. Non esiste un piano B di sopravvivenza, insomma, se non rispettiamo i suoi meccanismi.
Temi ed emergenze di cui è necessario essere consapevoli e che animeranno la XII Settimana del Pianeta Terra, dal 6 al 13 ottobre 2024. Il Festival scientifico nazionale delle Geoscienze presenterà anche quest’anno un centinaio di GeoEventi sparsi in tutte le regioni, per divulgare il lavoro di geologi, vulcanologi e ricercatori. In programma escursioni tra montagne e boschi, discese nelle grotte, visite archeologiche, osservazioni notturne delle stelle, laboratori, incontri, presentazioni di libri, che introducono nel mondo complesso e affascinante delle Geoscienze. Muovendosi tra alto e basso, con tanti eventi dai linguaggi e approcci differenti per raggiungere un pubblico eterogeneo, la Settimana del Pianeta Terra coinvolge studenti, appassionati, famiglie, curiosi.
“La conoscenza, l’informazione e la leggerezza non sono tra loro antitetiche, anzi. È proprio quest’ultima che consente di arrivare a chi non conosce questi temi e aiuta a sensibilizzare sulla necessità di un comportamento corretto da parte di tutti per il futuro sostenibile del pianeta” spiega il paleontologo Rodolfo Coccioni, ideatore della Settimana del Pianeta Terra con il geologo Silvio Seno: “Scopo della manifestazione è contribuire a formare una società più informata, affinché sia in grado di mobilitarsi davanti alle emergenze ambientali. La nostra formula è una divulgazione rigorosa e scientifica, ma accompagnata dal divertimento.”
Il cartellone è ricco di spunti e proposte, con tante chicche in tutte le regioni italiane.
Per esempio, il Geo-Itinerario dell’area urbana del Vulture, tra geologia, sviluppo del territorio e biodiversità: a Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, l’evento intende “focalizzare l’attenzione sullo studio dei suoli, delle pericolosità geologiche, delle geo-risorse, delle ricchezze ambientali e biodiversità, con l’obiettivo di comprendere come tali elementi influenzino la pianificazione, la costruzione e la gestione dei centri abitati dell’area” spiegano gli organizzatori (11 ottobre 2024, ore 9).
O la serata preparata dall’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta e Planetario di Lignan, nel Comune di Nus (AO), per osservare le stelle a occhio nudo e al telescopio nel primo Starlight Stellar Park italiano riconosciuto dall’UNESCO. “Con la guida di ricercatori scientifici, scopriremo che lo studio del cielo e dello spazio è fondamentale per comprendere la storia della Terra e della vita che vi è ospitata. Infatti è da stelle antiche, che hanno brillato miliardi di anni fa e oggi sono spente, che sono stati prodotti gli elementi chimici che formano la Terra e i suoi organismi viventi, compresi noi” (12 ottobre 2024, ore 21.30).
Nel Veneto, il weekend di chiusura della Settimana propone un doppio appuntamento nella Grotta di Fumane, in provincia di Verona, un gioiello dell’archeologia preistorica: qui gli archeologi dell’Università di Ferrara hanno organizzato per i partecipanti un Laboratorio di scheggiatura della selce, per provare a creare uno strumento paleolitico imitando le tecniche e i metodi dei Neanderthal e i Sapiens (12 ottobre, ore 16.30 la visita e 17.30 il laboratorio), e un Laboratorio fabbrica dei colori preistorici, rivolto ai bambini, per insegnare loro l’utilizzo del colore e per creare un piccolo manufatto artistico ispirato alla preistoria (13 ottobre, e, ore 16.30 la visita e 17.30 il laboratorio).
Tra le caratteristiche più interessanti dei GeoEventi, la valorizzazione delle peculiarità dei territori, che permette di apprezzarne bellezza, storia e unicità. “Proponiamo un’occasione di turismo lento, di prossimità, culturale e ambientale” dicono del resto Coccioni e Seno.
In Piemonte sarà possibile visitare il Parco Naturale dei 5 laghi d’Ivrea, la cui morfologia a conche e collinette rocciose, spiegano i promotori “è stata generata dal ripetuto passaggio del Ghiacciaio Balteo nel corso delle nove glaciazioni del Quaternario e soprattutto dell’ultima: il risultato è una delle zone d’Italia dove, a bassa quota, sono meglio osservabili le forme di erosione subglaciale e nelle cui profonde depressioni sono ospitati i cinque laghi oltre a vari stagni e torbiere” (6 ottobre 2024, ore 10).
A Siena, un geologo condurrà una visita come mai la penserebbero i turisti: i palazzi, chiese e monumenti medievali raccontati attraverso le pietre che li compongono, per scoprire quali sono e perché sono state scelte e per ricostruire le relazioni economiche e commerciali della città con il mondo circostante (8 ottobre 2024, ore 15 e ore 21).
In Sardegna, nell’Oristanese, un doppio evento (13 ottobre 2024) per conoscere la storia del territorio, tra mito e realtà: prima una visita nelle vecchie cave di perlite del Monte Arci, che ne rivelerà la formazione geologica, e poi un incontro con esperti per smentire i falsi miti della geologia sarda – dalle colline che nasconderebbero antiche piramidi agli eventi catastrofici come meteoriti e tsunami – e per interrogarsi sul ruolo della scienza laddove il mito complica la realtà.
Le Geoscienze in tutti i loro aspetti, dunque, come elemento fondamentale per comprendere la storia del nostro pianeta e per analizzare il nostro ruolo di passaggio sulla Terra. Le conseguenze del cambiamento climatico, la gestione del dissesto idro-geologico, la stabilità degli edifici, in base ai terreni sui quali sono costruiti, le attività dei vulcani e i necessari piani di evacuazione delle aree densamente popolate, ma anche l’energia, le infrastrutture, la produzione industriale, le tecnologie, la salute umana: tutto è legato alla conoscenza delle Geoscienze.
“I nostri eventi spiegano quanto siano necessarie anche nel quotidiano. Pensiamo alla crisi causata dal covid nel 2020, che sta costringendo a ridisegnare le catene di approvvigionamento di metalli o minerali. O a quanto sta succedendo in Sardegna, e non solo, dove rischiamo di distruggere il paesaggio, frutto di storia e di cultura, per produrre energia pulita con le pale eoliche e i pannelli solari, con il paradosso che la svolta verde avvenga a discapito della bellezza naturale. C’è bisogno di nuovi equilibri per il futuro del pianeta e per la gestione delle sue risorse, ma per trovarli sono necessari il contributo delle Geoscienze e la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini. E per essere consapevoli, bisogna essere informati” ricorda il paleontologo Rodolfo Coccioni.
Nelle sue dodici edizioni, la Settimana del Pianeta Terra ha organizzato oltre 2000 GeoEventi e ha coinvolto migliaia di persone, aiutandole a scoprire l’immenso patrimonio naturale, paesaggistico e geologico di cui l’Italia è custode e responsabile.
Gli appuntamenti sono organizzati da università e scuole, enti di ricerca, enti locali, associazioni culturali e scientifiche, parchi e musei, soggetti privati e mondo professionale.
Il programma e il calendario sono in continuo aggiornamento sul sito ufficiale della manifestazione, nella pagina www.settimanaterra.org/geoeventi.
I RESPONSABILI SCIENTIFICI DELLA MANIFESTAZIONE
Rodolfo Coccioni
Professore Onorario dell’Università di Urbino, geologo, paleontologo e saggista. Dal 2012 al 2015 Presidente della Società Paleontologica Italiana. Presidente dell’Associazione “Settimana del Pianeta Terra-APS” e Presidente onorario dell’Associazione Italiana di Geologia Medica. Direttore dell’Osservatorio Scientifico “Pianeta Terra”. Socio fondatore dell’Associazione “Riconoscere la Bellezza” e membro del suo Consiglio di Presidenza. Membro del Consiglio Scientifico del “Centro Interdipartimentale Urbino e la Prospettiva. Dall’Umanesimo matematico alla rivoluzione scientifica”. Da tre decenni si occupa di divulgazione scientifica e culturale nell’ambito delle Geoscienze.
Silvio Seno
Professore Ordinario di Geologia strutturale all’Università degli Studi di Pavia. È stato Direttore del Dipartimento ambiente, costruzioni e design della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana e Presidente della Federazione Italiana di Scienze della Terra. La sua attività scientifica si è principalmente indirizzata alla riduzione dei rischi da pericoli naturali e su questo tema è stato responsabile di progetti di ricerca nazionali ed internazionali. Da anni si occupa poi di divulgazione scientifica, dedicandosi soprattutto a valorizzare il patrimonio geologico e sensibilizzare sul tema della protezione delle risorse naturali: acqua, paesaggio, suolo.