Dopo mesi di negoziati intensi con l’Unione Europea, il governo italiano ha finalizzato un accordo per la riforma delle concessioni balneari. Questo tema, che da tempo suscita dibattito, ha finalmente trovato una soluzione di compromesso: gli attuali gestori manterranno le loro concessioni fino al 2027, ma saranno obbligati a indire nuove gare entro giugno di quell’anno.
Come riferisce “Il Sole 24 Ore”, l’intesa, raggiunta durante un vertice di maggioranza, prevede una proroga più estesa del previsto per i gestori in carica, con una clausola che consente ai Comuni di avviare le gare in anticipo se necessario. Questo compromesso cerca di equilibrare le esigenze degli operatori del settore, che avevano chiesto più tempo per adeguarsi, con le richieste dell’Unione Europea, che da anni spinge l’Italia a mettere in gara le concessioni demaniali.
Un altro aspetto centrale della riforma riguarda gli indennizzi. I gestori che perderanno le concessioni avranno diritto a un risarcimento per gli investimenti realizzati negli ultimi cinque anni. Questa misura rappresenta un successo per le associazioni di categoria, anche se Bruxelles ha escluso la possibilità delle “prelazioni”, cioè la facoltà per gli attuali gestori di partecipare alle gare con condizioni agevolate.
Le concessioni future avranno una durata che varierà tra i 5 e i 20 anni e saranno assegnate tramite gare pubbliche. Per agevolare le piccole imprese, saranno introdotte regole che valorizzeranno chi offre servizi legati alle tradizioni locali e chi assume lavoratori del posto. L’obiettivo è promuovere l’economia locale e preservare le specificità territoriali.
Sebbene questa riforma rappresenti un passo significativo verso una maggiore regolamentazione del settore, le controversie non si placano. Molti operatori ritengono che il tempo per adeguarsi sia troppo breve, e c’è preoccupazione per il futuro delle piccole imprese. Dall’altro lato, alcuni membri dell’opposizione criticano l’accordo con l’Europa, ritenendolo troppo vantaggioso per i grandi gruppi, a scapito delle realtà più piccole.
In teoria, la riforma dovrebbe incrementare la concorrenza e, di conseguenza, migliorare i servizi offerti ai bagnanti. Tuttavia, gli effetti tangibili di queste modifiche si vedranno solo nel medio termine, una volta che le nuove gare saranno state espletate e i nuovi gestori avranno iniziato a operare.