Vincenzo Ippolito: “è la conferma del nostro buon lavoro, ma ci auguriamo che la presenza della calabria si rafforzi presto”
«Siamo davvero orgogliosi di essere stati selezionati per l’Opera Wine 2024. Chi è del settore sa cosa sia questo evento, quale ne sia la valenza di ambitissima vetrina che, da tredici anni, inaugura la più importante fiera del vino al mondo, il Vinitaly di Verona.
Proprio il Vinitaly ha avuto, infatti, la geniale intuizione di coinvolgere la più prestigiosa rivista di vino, l’americana Wine Spectator, per creare appunto questo evento esclusivo, in cui soltanto 100 produttori italiani hanno la possibilità di far mostra di sè. Anzi, quest’anno 131, segno del fatto che evidentemente il vino italiano cresce sempre più in qualità e anche questa è un ottima notizia».
Vincenzo Ippolito, Ceo di Ippolito 1845, l’Azienda vitivinicola di famiglia nel cuore di Cirò, culla dell’antichissima Enotria e della doc calabrese tradizionalmente più nota, che dirige assieme al fratello Gianluca e al cugino Paolo, commenta così, dall’interno delle Gallerie Mercatali di Verona, in cui si tiene l’Opera Wine, la presenza della propria cantina all’evento che da 13 edizioni anticipa la più importante kermesse vinicola al mondo.
Il vino in degustazione tra i banchetti dell’evento è il rosso 160 ANNI IGT, che ha ottenuto da Wine Spectator ben 91 punti su 100 e di cui viene così consacrata l’eccellenza.
«È un vino a cui teniamo particolarmente – continua Vincenzo Ippolito – perché rappresenta l’affermazione della quinta generazione della nostra famiglia. Il progetto era infatti nato nel 2005 quando l’Azienda festeggiava 160 anni di vita e, per l’occasione, abbiamo pensato di creare qualcosa di nuovo, diverso, innovativo che però avesse un legame forte col territorio. Da cui la scelta di usare il vitigno gaglioppo con una tecnica di produzione che unisce il 30% di uve da vigneti collinari lasciate in appassimento per circa 40 giorni e il 70% di uve fresche vinificate in maniera tradizionale. L’affinamento in legno di rovere francese per circa un anno e mezzo completa poi il processo. L’annata che abbiamo presentato è il 2015, particolarmente apprezzata da Wine Spectator».
Insomma, una grandissima soddisfazione che rappresenta la conferma dell’ottimo lavoro svolto fin qui e l’opportunità di far conoscere il proprio prodotto agli operatori di tutto il mondo, invitati appositamente all’esposizione di Opera Wine per assaggiare appunto i migliori vini italiani. Tra i quali il rosso delle cantine Ippolito 1845 si è, dunque, ormai collocato a pieno titolo, accanto ai vini delle Aziende storicamente più blasonate.
Ma non solo: Ippolito 1845 è l’unica Azienda calabrese ad aver avuto accesso all’evento.
«Questo successo, se da un lato ci rende fieri e ci fa piacere, perché è la certificazione del nostro prestigio all’interno della nostra Regione, dall’altro un po’ ci rammarica perché crediamo che la Calabria meriti una presenza più importante tra i 131 produttori e le 20 regioni rappresentate, quindi ci auguriamo che negli anni futuri anche altri colleghi possano essere ammessi all’evento».
Opera Wine offre ai produttori vitivinicoli una visibilità senza pari, finalizzata soprattutto a un’affermazione sui mercati esteri.
«Questo è stato un anno particolare – prosegue Ippolito – Dopo la pandemia del Covid-19, i consumi si sono ridotti a causa dell’inflazione elevata. Molte Aziende hanno incontrato difficoltà nel mantenere i livelli di performance degli anni precedenti, ma noi, ciononostante, abbiamo registrato una crescita sia in Italia che all’estero.
Stiamo evidentemente raccogliendo i frutti di tanti anni di impegno, lavoro e passione – dice ancora il Presidente – spinti anche da un’onda positiva che riguarda il Sud in generale e in particolare la Calabria, considerata una “wild region”, ossia una regione ancora selvaggia, poco conosciuta e tutta da scoprire, con il suo ricchissimo patrimonio naturale, storico, artistico ed enogastronomico.
La presenza di Ippolito 1845 sui mercati internazionali è certamente consolidata e Opera Wine, attraendo operatori da tutto il mondo, costituisce un ulteriore possibilità di affermazione.
«Tra i mercati esteri continuano a primeggiare quelli storici del vino italiano, ovvero l’Europa soprattutto centro-settentrionale, tedesca, e poi Stati Uniti e Canada, ma noi stiamo avendo ottime soddisfazioni in termini di crescita anche su Paesi più di nicchia, come Polonia, Ungheria, Brasile, cioè nuovi mercati che siamo riusciti a penetrare, ma anche in Spagna e Francia, ovvero Paesi di fortissima produzione del vino, che fino a poco tempo fa compravano dall’Italia solo il vino delle Regioni più blasonate».
Oggi ha aperto le porte l’edizione 2024 del Vinitaly, con un nuovo padiglione rinnovato e interamente dedicato alla Calabria. Al cui interno, la cantina Ippolito 1845 è pronta ad accogliere visitatori e operatori con diverse novità in serbo.