La chiesa di San Menna risulta ancora orfana del suo Santo, al suo posto San Espedito, l’equivoco era stato svelato nel 2017 da uno storico locale, quando nell’osservare la statua si accorse che sotto i piedi aveva un corvo e una scritta “Cras” con cui si identifica San Espedito. Sono passati sette anni ma di San Menna ancora nessuna traccia. Da qui l’appello dei fedeli rivolto a S. E. Monsignor Angelo Raffaele Panzetta, Arcivescovo di Crotone e Santa Severina, affinchè provveda che la chiesa dedicata a San Menna, sia dotata della sua statua omonima. Da un inventario fatto dalla Soprintendenza dei beni architettonici di Cosenza nel 1992 e successivamente aggiornato nel 2006 l’altare maggiore risalirebbe al 1800 attribuito a Nicodemo Nicastro costruito in marmo/ intarsio/ scultura. Questo fa pensare che l’altare non è quello originale, probabilmente rovinato o dai Saraceni, o dai terremoti del 1832, oppure è stato rivestito di marmi come è avvenuto in altre chiese, vedi la chiesa di San Giovanni che durante il suo restauro sotto i freddi marmi celava affreschi come quello ritrovato, che la Soprintendenza ha attribuito a San Nicodemo Abate di Cirò, o come durante il restauro della chiesa Santa Maria de Plateis, sotto i cui marmi sono emersi affreschi di angeli e bambino di una bellezza unica. A quanto pare era una moda rivestire di marmi le parete delle chiese in quel periodo. Mentre si legge su una scheda tecnica della Soprintendenza dei beni architettonici di Cosenza del 1992 firmata dai funzionari De Rose G. Falcone S. Ceccarelli A. la statua secondo il loro parere risalirebbe al periodo tra il 1900 e il 1949, la cui struttura di origine bottega Calabrese in cartapesta/ modellatura/ pittura. Potrebbe dunque risalire a questo periodo di restauro dell’altare, l’inserimento della statua di San Espedito visto che entrambi erano giovani soldati, e potevano essere facilmente equivocati. Altra opera che apparteneva alla chiesa di San Menna, sempre secondo lo stesso inventario fatto nello stesso periodo, un antico stendardo datato nello stesso periodo tra il 1900 e il 1949. di manifattura calabrese con al centro raffigurato San Francesco d’Assisi, Terzo ordine Francescano di S. Menna di Cirò. La chiesa dedicata a San Menna D’Egitto situata nel cuore del centro storico, era stata aperta al culto e consacrata, con solenne cerimonia nel 1724, da mons. Francesco Maria Loieri, vescovo d’Umbriatico. La statua di San Menna che si festeggia l’11 Novembre, creduta tale per anni, in realtà dunque è quella di San Espedito, e la prova è inconfutabile: San Menna è rappresentato come un guerriero ma sotto ai piedi ha un serpente ed ai lati due cammelli, mentre l’inconfondibile San Espedito anche se viene anch’esso rappresentato come un giovane guerriero, in una mano tiene un crocifisso (elemento aggiunto in epoca successiva) con la scritta “hodie” (“oggi” in latino), mentre sotto i piedi ha un Corvo nero ed una scritta: ”Cras”. E’ l’unico Santo che mostra la Croce sulla quale sta scritto: Hodie in latino (oggi) e schiaccia la testa ad un corvo che col suo gracchiare dice: Cras in latino(domani), per insegnarci che non dobbiamo mai dubitare della Onnipotenza di Dio, né aspettare il domani per pregare con fiducia e fervore. Sant’Espedito è Patrono delle cause urgenti e disperate- Capo della Legione Romana fulminante, contemporaneo a Santa Filomena, fu martirizzato nel IV secolo sotto Diocleziano, si celebra il 19 Aprile, è invocato nelle cause disperate, od urgenti, spirituali e temporali. Il Corvo nero rappresenta lo spirito maligno, apparve a Sant’Espedito dopo la conversione al cristianesimo. Non ci sono, però, assolutamente prove per affermare scrive lo studioso Ernesto De Martino (1908-1965), storico delle religioni, antropologo, studioso del folclore e della religione popolare nelle regioni povere ed emarginate del Meridione: Sud e Magia – come qualcuno ha fatto in passato – che “expeditus” sia un aggettivo riferito a S. Menna. L’unico legame tra i due Santi consiste nel fatto che entrambi sono rappresentati in vesti militari; ma dopo il XVII secolo, la loro iconografia fu confusa in Occidente, ed è quello che probabilmente è accaduto all’epoca. Ma oggi quello che però tutti si chiedono, è come mai, nessuno si sia accorto dell’inganno voluto o casuale e chi di competenza, non ha provveduto a sostituirla. L’unica cosa certa è che, i fedeli vogliono nella chiesa dedicata a San Menna la sua statua omonima insieme a quella di Sant’Espedito ormai usocapita.