

In occasione della ricorrenza del 12 marzo in cui si ricorda il trapasso del nostro Santo Patrono San Nicodemo Abate nato a Cirò nell’antica Psicron, il 12 maggio del 900, e morto il 12 marzo del 990 a Mammola, una produzione di un antico quadro del Santo è stato donato alla Casa Comunale, dove il sindaco Mario Sculco lo ha fatto appendere nella stanza del primo cittadino accanto all’altro figlio illustre di Cirò Luigi Lilio. Sul quadro si legge un Regesto di Papa Urbano VIII dove si apprende, che “San Nicodemo Abate, il 2 Marzo del 1630 è già Santo Patrono e cittadino di Cirò: (Matur Civis et Patronum terrae Cirò, Umbraticen. dioc.)”. “San Nicodemo sarà onorato di stare a casa sua”- ha detto il primo cittadino.
L’antica icona era in possesso ad un ultra centenario di Cirò donatogli a sua volta da suo nonno, mentre il Regesto è stato individuato da uno storico, presso un importante archivio di Stato del nord. Intanto anche la gemellata Mammola in questo giorno ha dedicato grandi festeggiamenti alla ricorrenza della morte del Santo Patrono anche di Mammola.
Anche Cirò, suo paese nativo, si appresta come ogni anno in primavera come di consueto, al pellegrinaggio verso i luoghi sacri in zona Coppa/Mordace, dove il Santo da bambino fece i primi miracoli dell’acqua e del vino e, dove ancora oggi dopo più di mille anni, gli anziani ancora riconoscono esattamente, i terreni dove lavorava il padre Teofano Dima, cognome ancora presente nel cirotano.
Quando si va in pellegrinaggio in questi luoghi si avverte una sensazione di tranquillità e di benessere fisico e mentale, lungo il percorso la fioritura di tante piante catturano lo sguardo e l’anima che se ne inebria. Spettacolare sono le due grotte: la grotta dei serpenti e la grotta dei cinghiali dove il Santo da bambino giocava nell’attesa che il padre finisse di lavorare. In questi posti il Santo, fu più volte tentato dal diavolo, proprio dove c’è il Canyon che porta il suo nome, c’è un enorme pietra a forma di sfera che fu lanciato dal diavolo contro San Nicodemo salvato dalle due colline una difronte all’altra, le quali nel tentativo di frenare la folle corsa della roccia, si sono abbracciate alla base, chiamata oggi la roccia del diavole. Sono posti questi che ti mettono suggestione, specie la grande roccia dove il santo ha scavato per trovare acqua in un giorno d’estate mandato dal padre che era rimasto senza acqua, dove lui ha inserito le sue dita ancora oggi visibili da cui esce acqua, che i fedeli e gli anziani da centinaia di anni chiamano la fontana di San Nicodemo.Il sindaco Mario Sculco ha accolto con entusiasmo il quadro rappresentante il Santo nostro concittadino e Patrono di Cirò e lo ha appeso accanto alla Biccherna di Lilio.
Buona Festa di San Nicodemo 12 marzo
A Te s’eleva fervido
Di nostra lode il canto
O protettor di Cirò
gran Nicodemo Santo,
accetta dal tuo popolo
l’omaggio dell’ amor.
Salve, della mia Cirò
O fortunato Colle
Ergi superbo al limpido
Ciel di Calabria il fronte,
ai Cirotani fulgido
faro d’ogni virtù!