Cosenza – La Delegazione Calabria dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, ha presentato “Korale” il primo vino che racconta una storia calabrese al femminile e dice no alla violenza di genere. Il primo vino dedicato al femminile nell’ambito delle Giornate delle Donne del vino – dall’1 al 10 marzo – e in vista dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna e contro la violenza di genere Un’edizione limitata organizzataper sostenere il Centro Antiviolenza‘Roberta Lanzino’ di Cosenza. Un blend che racconta il lavoro delle aziende – sempre più numerose – a trazione femminile in Calabria. Un progetto di avanguardia, sostenibile e rispettoso del ciclo della Natura, grazie alla scelta di una bottiglia più leggera e meno inquinante, tappi ed etichetta in materiale riciclato. La presentazione del progetto è avvenuta presso la sede AISdella Calabria a Cosenza alla presenza della Presidente Nazionale dell’AssociazioneDonne del Vino, Daniela Mastroberardino e della Delegata regionaledella stessa associazione, Vincenza Alessio Librandi. “Korale è un vino frutto della concretezza femminile, ma anche dello sguardo umano che le donne sanno portare nella società” come è stato detto. L’iniziativa ha rappresentato un tassello di un grande mosaico che nell’ambito dalle “Giornatedelle Donne del Vino” organizzate dall’Associazione Nazionale quest’anno dall’1 al 10 marzo, con il claim: “Donne vino Cultura” e gli hashtag: #donnevinounmondounito #donnedelvino #womenofwine. E’ per questo che è stato presentato proprio a pochi giorni dall’8 marzo, la Giornata internazionale della Donna istituita dall’ONU nel 1977. “Korale nasce dunque, per contribuire alla lotta contro la violenza di generee i femminicidi e dimostrare concretamente che l’unità e la solidarietà sono l’antidoto.” Come è sempre stato detto. Le bottiglie saranno un omaggio per chi deciderà di donare al Centro Antiviolenza ‘Roberta Lanzino’ di Cosenza, una delle realtà più importanti in Calabria per tutte quelle donne che sono vittime di sopruso e che hanno bisogno di accoglienza. “Quando abbiamo deciso di unirci per progettare la nostra prima bottiglia era da poco stata uccisa barbaramente dal suo ex compagno Marisa Leo, associata delle Donne del Vino nella nostra regione sorella, la Sicilia. E allora abbiamo deciso di unire le forze e quello che di meglio sappiamo fare, il vino, per dire basta ad una strage quotidiana che è il frutto di una regressione della società”, ha detto Vincenza Alessio Librandi, delegata delle Donne del Vino in Calabria.E’ stato spiegato perché Korale il primo vino delle Donne del Vino Delegazione Calabria? E il suo nome già racconta una storia, anzi la Storia. Un vino “corale” perché nato dalla collaborazione delle associate e ispirato ai vitigni autoctoni e antichissimi della regione. Ognuna delle produttrici della delegazione ha messo a disposizione il suo rosso migliore, ed è così, che è nato un assemblaggio che racconta un incontro tra donne e una terra dove le aziende vitivinicole sono sempre più a trazione femminile. Un vino che diventa “Kora-le” perché vuole ricordare l’importanza del femmineo, dell’agricoltura e del vino nella Magna Graecia. In greco antico “kora” era infatti la donna, la fanciulla. E “Kora”, la giovane per eccellenza, era proprio uno dei nomi con cui era invocata la dea Persefone (Proserpina in età romana). Era lei a guidare – secondo il mito – l’alternarsi delle stagioni propizie per la crescita dei frutti della Terra. Sempre lei la protagonista indiscussa degli splendidi ritrovamenti archeologici della Calabria: il suo culto ha informato di sé le colonie da cui sono sorte le città moderne. E’ per questo che nell’etichetta è riprodotto il profilo del volto di una delle tante statue ex-voto a lei dedicate, di cui la Magna Grecia era ed ècostellata. IL VINO invece nasce dall’’incontro tra i millenari vitigni della regione Calabria, dove furono proprio i greci a portare la coltivazione della vite. Ma fra i suoi obiettivi c’è anche diffondere la cultura della sostenibilità, non solo nelle fasi di produzione dei singoli vini ma anche del packaging. Sono per questo state usatebottiglie più leggere e sottili, per pesare meno sull’ambiente, tappi 100% riciclabili, per minimizzare l’impronta di carbonio, etichetta realizzata con fibre riciclate, in nome dell’economia circolare. Ad illustrare l’idea, il progetto e il nome di questo vino, unico nel suo genere, sono state: Danila Lento, che ha curato la realizzazione della bottiglia in cantina, Maria Rosaria Romano, sommelier ed analista sensoriale AIS Calabria, Maria Teresa Santaguida, giornalista. Roberta Attanasio, presidente del Centro Antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza, ha illustrato le finalità benefiche del progetto. Un significativo e importante segnale che la delegazione Calabrese dell’associazione Donne del vino, guidata da Vincenza Alessia Librandi e tutto il movimento nazionale, hanno voluto rilanciare a favore delle tante vittime di femminicidio ma anche di impegno sociale e innovativo nel campo della produzione vitivinicola.