Mi è stato impedito di proseguire il mio lavoro di Magistrato fedele alla Costituzione. Mi sono rialzato cercando di applicare la nostra Carta fondamentale in un altro modo. Si può essere nelle Istituzioni e fuori dal sistema: il potere può essere messo al servizio dei senza poteri”. Questo si legge nel libro prodotto da Luigi De Magistris dal titolo “Fuori dal Sistema”presentato nel salone del consiglio Comunale su iniziativa della sezione associativa “Radici”. Ad introdurre la presentazione la presidente, Mariasole Cavarretta, accompagnata per l’occasione dalla presidente internazionale e scrittrice, Francesca Gallello. Ad animare la conversazione sul tema trattato dal libro, Antonio Anastasi, che da sempre, per la testata del Quotidiano del Sud, si occupa di cronaca nera e fatti criminosi riconducibili alle molte inchieste riguardanti la ndrangheta della nostra provincia e non solo. Il libro, scritto a piene mani, “è il racconto di una vita spesa per la magistratura e la difesa della Costituzione”, come dice. Lotta che, a suo dire e scrive, “gli è stata impedita dalle stesse Istituzioni che avrebbero dovuto affiancarlo e sostenere”. Ne esce un racconto e quadro di un uomo che ancora oggi, pur essendo uomo delle Istituzioni per il ruolo parlamentare che ricopre, per essere stato per anni Sindaco di Napoli, si sente ancora oggi “isolato”. “Fuori dal sistema – riprendendo le dichiarazione di Giancarlo Costabile – è il racconto di una vita dedicata al bene comune, senza mai cedere a compromessi. Ma è anche uno sguardo rivolto al futuro del Paese, oppresso non solo dal sistema criminale che de Magistris ha combattuto da pm, ma anche da un pensiero unico liberista a cui urge proporre un’alternativa. È tempo che tutti i non allineati al sistema si uniscano per l’ambiente, la dignità del lavoro, la pace, la lotta alle mafie, la sanità e la scuola pubblica.
Giovane magistrato fedele alla Costituzione, dalla prima linea della Calabria si ritrova a indagare su un inquietante intreccio di corruzione, mafie, logge e lobby radicate nello Stato. Un sistema che depreda il denaro pubblico e coinvolge politici sia di centrodestra sia di centrosinistra, grandi imprese, settori della magistratura e delle forze dell’ordine, con il collante della massoneria deviata. Giunto al cuore del sistema, de Magistris viene travolto da interrogazioni parlamentari, ispezioni, procedimenti disciplinari e penali, bombardamenti istituzionali fin dai vertici più alti dello Stato. E quando infine gli viene strappata la toga di dosso, l’allora presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara commenta: «Il sistema ha dimostrato di avere gli anticorpi”. De Magistris ha così scelto di proseguire il suo impegno civile e poltico, dimostrando che si può stare nelle istituzioni ma fuori dal sistema”.