Cirò- A “Lucca Comics” il 5 novembre è stato ripresentato l’albo The Alchemical Issue -Ingannevoli trasmutazioni- di Comics&Science” CNR Edizioni e Symmaceo Communications,con Francesco Vizza e Giovanni Eccher. È stato eseguito “𝘂𝗻 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗰𝗵𝗲𝗺𝗶𝗰𝗼” ad opera di Jonathan Filippi, Andrea Marchionni e Andrea Ienco di 𝗜𝗖𝗖𝗢𝗠-𝗖𝗻𝗿.
L’albo è ispirato all’opera dell’alchimista Francescano Giano Lacinio calabrese di Cirò. Sceneggiatura di Giovanni Eccher e disegni di Sergio Ponchione, colori di Dario Grillotti e supervisione scientifica di Francesco Vizza. Direzione editoriale di Roberto Natalini (matematico, direttore di IAC-CNR) e Andrea Plazzi (matematico, insieme a Natalini anima, cuore e mente di Comics&Science). L’albo contiene articoli di Paolo Capitanucci(docente di filosofia), Vincenzo Schettino (Accademico dei Lincei), Chiara Crisciani (storica dell’alchimia e filosofia medioevale), Bianchi (fondatore di OrgoglioNerd.it), con il contributo di Davide Larosa e Walter Leoni. Nella storia Lacinio spiega l’alchimia al suo allievo gaglioffo Enrico Vasari e l’edottasu quanto si sapeva sull’argomento, da Aristotele in poi.Tantissime, come al solito nelle opere per Comics&Science, le citazioni colte. Sul muro del laboratorio di Lacinio, la frase tratta dal libro della Sapienza che in realtà campeggiava nell’aula di Ugo Schiff, di origine tedesca, ma uno dei padri della chimica italiana: “dispose tutte le cose secondo misura, calcolo e peso”. La storia si chiude con la nascita di una scuola dove gli elementi chimici non avranno nessun segreto. Una scuola dove il sapere sarà a disposizione di tutti.
Comics&Science nasce nel 2012 come sezione della programmazione culturale del festival Lucca Comics&Games. Dal 2013 è una serie di pubblicazioni a fumetti e nel 2016, sotto la cura di Symmaceo Communications, diventa una collana di CNR Edizioni, etichetta editoriale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). L’obiettivo è promuovere il rapporto tra Scienza e Intrattenimento, nella convinzione che entrambi costituiscano momenti formativi importanti per la crescita dell’individuo e del cittadino. Nell’ambito dell’attività di divulgazione del CNR, è uno degli strumenti con cui l’Ente comunica all’opinione pubblica non specializzata e al grande pubblico non specializzato obiettivi e risultati della propria attività di ricerca scientifica e tecnologica Il formato editoriale prevede una storia a fumetti originale su una specifica tematica, commissionata espressamente a grandi nomi del fumetto italiano a cui vengono affiancati testi e redazionali di approfondimento dell’argomento in questione. Gli autori vengono “immersi” nell’attività e nei luoghi della ricerca, nel corso di uno o più incontri con ricercatori ed esperti che espongono loro lo stato dell’arte in quell’ambito.
“Si dà spesso per scontato- scrive in una nota lo scienziato VizzaFrancesco, Dirigente di Ricerca del CNR – che la scienza sia nata in contrapposizione a credenze irrazionali, alchimia, astrologia e mitologia. Scopriamo, invece, che ha avuto un percorso tutt’altro che ovvio, dove rigore scientifico e credenze mistiche, pratiche esoteriche e astrologiche convivevano in una zona grigia popolata da personaggi come Copernico, Newton, Leibnitz e Ruggero Bacone”.
Giano Lacinio è un alchimista realmente esistito, nato a Cirò agli inizi del Cinquecento. Prima che Vizza se ne occupasse, Lacinio era autore perduto o molto confuso nella stessa storiografia minoritica. A una più precisa identità dell’autore Vizza è stato guidato dalla sua perspicua lettura di alcune lettere e qualche carme di Gian Teseo Casopero, umanista di Cirò che, salito a Padova per gli studi giuridici nel 1533, intessé per qualche anno una profonda amicizia con il teologo ‘‘antoniano’’ Giano LacinioTerapo e con il confratello Cosimo Balsamo, già dottore in teologia, ambedue provenienti da Cirò, mettendo fine così a tante incertezze e distorsioni su di loro nella letteratura precedente. In un secondo momento, a comprova dei nuovi dati il Vizza potérecare l’ineccepibile documentazione d’archivio che registrano la presenza a dottorati in teologia di Giano Lacinio nel 1529 quale baccalaureo, quindi nel 1536, forse già ‘‘magister theologiae’’, infine il 27 agosto 1549 mentre conferisce le insegne a un dottorando, evidentemente quale reggente dello Studio generale del Santo.
Dopo questa data egli sparisce dalla documentazione e non v’èfinora alcuna traccia dove si sia rifugiato, né della sua morte. Come accenna Vizza, non è da escludere che, essendo stata attivata nel convento del Santo la nuova Inquisizione tridentina ed essendo stati severamente vietati testi, laboratori ed esperimenti di alchimia, magia, sortilegi, divinazioni, ecc., il nostro Lacinio sia stato per lo meno ammonito, se non allontanato da Padova o incarcerato. Tutta la sua ricerca, infatti, era rivolta alla scoperta della pietra filosofale per trasformare i metalli in oro, venendo così in aiuto ai poveri, e dell’elixir per guarire o sollevare le infermità della gente. Nel suo trattato egli non si è limitato alla trascrizione dei principi teorici concernenti l’essenza dei metalli, la loro generazione e trasmutazione, ma ha raccolto dai libri classici sulla ‘‘Grande Arte’’ una specie di “manuale pratico di Alchimia per rimarcare che all’alchimia si accede infatti col fare e con lo sporcarsi le mani in laboratorio, a volte rischiando la vita”. L’opera dal titolo “Pretiosa Margarita Novella de Thesauro, Ac Praeciosissimo Phylosophorum Lapide, Artis, Huius Divine Typuset Methodus: Collectanea ex Arnaldo, Raymundo, Rhasi, Alberto et Michaele Scoto”, fu stampata a Venezia nel 1546.
Lacinio riprende un concetto caro agli alchimisti francescani medioevali: l’arte alchemica si fonda su una profonda ispirazione divina. Essendo francescano, egli considera l’alchimia una visione generale del cosmo che diventa una lode al Creatore, nel più autentico spirito di ammirazione mistica che appartenne a San Francesco d’Assisi.
Vizza, studiando la vita e l’opera di Gian Teseo Casopero, l’unico che abbia lasciato testimonianze dirette dei personaggi cirotani di quel tempo, apprende che Lacinio è colui che scrive l’epistola dedicatoria all’opera di Casopero “Silvae libro Duo” che così recita: Giano Terapo Teologo Minorita di Cirò saluta devotamente Giano Teseo Casopero cirotano, giovane illustre e dotto”. Numerosi altri documenti ritrovati da Vizza, confermano che Gian Teso Casopero e Giano Lacinio-Terapo erano molto amici e dimoravano a Padova nel 1533, il primo studente al primo anno di Legge e l’altro già laureato in Sacra Teologia. La cerchia di amici si estende a Luigi Lilio e a Cosmo Basamì padre provinciale dell’Ordine dei Francescani. Emerge, da questa ricerca, una Calabria fucina di cultura che regala meraviglie capaci di stupire. A Cirò nacquero nel primo decennio del Cinquecento quattro personaggi importanti nel campo astronomico-matematico, della teologia, delle lettere e dell’alchimia: Luigi Lilio riformatore del Calendario Gregoriano, Cosmo Balsamo Teologo francescano, Giano Teseo Casopero fine umanista e Giano Lacinio alchimista. Essi furono promotori di un Rinascimento culturale che illuminò di conoscenza l’Italia e il resto d’Europa.