Marco Sabato, con il brano “Lhargu ade më shumë”, è il vincitore della 41a edizione del Festival della Canzone Arbëreshe, che anche quest’anno si è tenuta nello spettacolare scenario del piazzale antistante il Collegio di Sant’Adriano, storico e significativo luogo della capitale dell’Arberia, San Demetrio Corone, con un successo di pubblico mai visto in nessuna delle precedenti edizioni.
Il cantante di San Benedetto Ullano ha ricevuto anche il Premio della Critica “Avvocato Giuseppe D’Amico”, consegnato nelle mani del vincitore da Adriano d’Amico, presidente del comitato storico del festival.
Seconda posizione per la giovanissima sandemetrese Gaia Bua, che con il brano “Moti dallanyshvet” si è aggiudicata anche l’ambito riconoscimento del Premio Pino Cacozza, (miglior testo del festival, ndr), ritirato dalle mani dei professori Michelangelo La Luna e Nikola Bellucci, componenti della giuria tecnica.
L’albanese Kristi Ndoja, già protagonista lo scorso anno con la sua partecipazione al festival, si è aggiudicata il terzo posto con il brano “Lulet e vendit tend”.
Una scommessa vinta da parte dell’intraprendente Amministrazione comunale diretta dal sindaco Ernesto Madeo, ma soprattutto un successo per il Consigliere comunale con delega alla cultura e al festival, Emanuele D’Amico, dinamico coordinatore della kermesse canora e figlio dell’ideatore del festival, così come il fratello Adriano.
Tremila spettatori hanno applaudito i 20 artisti in gara, tutti protagonisti con le loro canzoni inedite, rigorosamente in lingua arbëreshe, accompagnati per la prima volta nella storia del festival da un’orchestra sinfonica di 28 musicisti, diretti in un crescendo di armonie sonore dai maestri Giuseppe Santelli e Vincenzo Palermo.
A condurre la serata è stato l’attore comico Paolo Conticini, assistito egregiamente sul palco dalla bravissima presentatrice Giulia Lattarico, talentuosa giovane originaria della vicina Vaccarizzo Albanese, che ha anticipato in lingua arbëreshe i testi eseguiti dagli artisti in gara.
Ospite speciale del festival la star internazionale Sandra Sangiao, fortemente voluta da Emanuele D’Amico ed acclamata dal pubblico per aver eseguito con la sua voce angelica un’emozionante versione della famosa canzone Lule Lule Mace Mace, resa ancor più suggestiva dai suoni ancestrali degli strumenti suonati dal virtuosista ispanico Efren Lopez.
Per l’insieme dei momenti artistici e per le performance dei cantanti e dell’orchestra sinfonica si è dichiarato molto soddisfatto il direttore artistico della kermesse canora, Angelo Pagliaro.
Del maestro Gennaro Pagliaro, invece, le aggraziate e iconiche figure artistiche in vetro, ispirate alle “ree” (nuvole), con cui sono stati premiati i tre cantanti sul podio.
Un’edizione, quella del 2023, che sarà certamente ricordata nei suoi annali per le tante novità tecnologiche ed artistiche presentate e per l’innovazione apportata al format, nel rispetto della tradizione e del significato per cui il festival è stato ideato.
Una 41a edizione che, grazie al lavoro di promozione e comunicazione dell’ufficio stampa coordinato dal giornalista Valerio Caparelli, è divenuta ancor più conosciuta, soprattutto a livello nazionale e internazionale: un motivo trainante cui è conseguito un grande entusiasmo, corroborato da numeri di incredibile rilevanza, per cui il festival, già dalla prossima edizione, per come promesso e promosso dal sindaco Ernesto Madeo, si proporrà con una versione itinerante nelle province calabresi e nelle regioni italiane in cui risiedono altre comunità arbëreshë.
Tutto questo è stato reso possibile, e in futuro troverà nuovi stimoli organizzativi, in quanto l’evento è stato finanziato per tre anni con il contributo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Italia Domani” – Missione 1 Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo – Componente 3 Turismo e Cultura – Investimento 2.1. “Attrattività dei Borghi” -, azione Next Generation dell’Unione Europea con l’apporto del Ministero della Cultura.
Tremila spettatori, oltre mezzo milione di visualizzazioni, servizi dalle tv albanesi, autorità kosovare e turisti dal versante balcanico: un successo annunciato per un Festival destinato ad essere itinerante.