
Periodicamente associazioni, fedeli e turisti, come vuole una antica tradizione millenaria, si recano verso i luoghi sacri di San Nicodemo a Cirò dove da bambino fece i primi miracoli. Si tratta di passeggiate naturalistiche, paesaggistiche, organizzata a partire dalla primavera e per tutta l’estate da fedeli, associazioni, e dal sindaco Mario Sculco, che quest’anno ha fatto ripristinare la strada per consentire a tutti, giovani e non, di raggiungere la fontana, la grotta , la roccia ed il canion di San Nicodemo, nell’entroterra cirotana in zona Coppa/Mordace, verso i luoghi sacri di San Nicodemo, tramandate da millenni dalla popolazione.
Ma invece di sostenere le potenzialità che il paese ha, c’è sempre chi lo degrada intortamente in modo assolutamente gratuito: pseudo studiosi, fantomatici docenti , e chi più ne ha più ne mette, e senza aver ricevuto incarico da nessun Ente, continuano a screditare la natività di San Nicodemo a loro piacimento senza cognizione di causa.
Ad oggi nessuno ha mai prodotto alcuna documentazione storica originale che già non si conoscesse a proposito della natività di San Nicodemo, né tantomeno possono avere voce in capitolo o competenze per additare persone ed Enti a loro piacimento e sindacare su chi possa o non possa occuparsi del Santo come se fosse cosa propria.
La questione del luogo natio di San Nicodemo Abate di Cirò è dibattuta da oramai 59 anni. Chi oggi sostiene di conoscere la verità ha dunque, copiato pari pari e fatta sua la tesi riportata da Giuseppe Gallucci in : “Sikros, terra natale di S. Nicodemo, in Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata, XXXV, 1981“. Si nega dunque l’evidenza storica e le cui ricerche avanzate non sono altro che un copia e incolla di tesi già note e già confutate da storici di rilievo. E’ ormai diventata una parossistica e ormai stucchevole ricerca di visibilità a danno della cultura, del paese e dei cirotani tutti, che da più di mille anni tramandano la natività del Santo nell’allora villaggio di Psikron vicino alle saline del Neto, come riporta il più grande e autorevole biografo del Santo, Apollinare Agresta, abate generale dell’ordine di San Basilio, che già nel 1677 aveva letto il bios originale, in seguito andato perduto, scritto dal monaco Nilo, in cui era riportato il luogo di nascita Cirò. Il bios è stato trascritto successivamente in modo errato dal monaco amanuense Daniele, personaggio arcinoto agli studiosi per la sua inattendibilità di copista. Autori di parte dunque hanno sposato la tesi di un luogo natio diverso da Cirò, basandosi sul bios dell’inaffidabile monaco Daniele. Agli stessi storici inavveduti si sono rifatti chi sostiene il contrario pensando di profferire la verità assoluta.
Per quanto riguarda poi l’itinerario paesaggistico di San Nicodemo, attraverso cui si arriva alla fontana, alla grotta e alla roccia a lui dedicata, il percorso esiste da millenni tramandati da generazioni in generazioni, a cui tutto il popolo cirotano è legato e, che nessuno ancora ad oggi, può smentire, senza un valido documento che ne possa attestare il contrario. Per questo, il sindaco Mario Sculco bene ha fatto a ripristinare la strada di campagna, che porta in questi luoghi sacri, al fine di favorire il passaggio a tutti i fedeli e, non solo ai giovani, che periodicamente vi si recano in pellegrinaggio a piedi.
Infine, Sabato 1 Luglio mentre era a Cirò S.E. l’Arcivescovo di Crotone e Santa Severina, Monsignor Raffaele Panzetta, è stato invitato ad assistere prossimamente alla rappresentazione storica sulla vita di San Nicodemo nato nel 900 a Cirò proprio per sottolineare la forte fede che hanno i cirotani verso il suo Santo Patrono nato appunto a Cirò”.





