Un progetto ambizioso e importante che ormai portano avanti dal 2019. “Fare teatro in un Istituto Penitenziario Minorile, significa dare speranza di rinascita a giovani che pur avendo sbagliato nella vita, hanno il diritto di avere una seconda opportunità, come dice la scrittrice Francesca Gallello”. “Con il nostro teatro carcere Veliero, continua a dire la fondatrice del Veliero, coinvolgiamo i giovani detenuti che studiano e recitano insieme ai nostri attori”. “VELIERO aps nasce nel 2016 e si è sempre impegnata nell’ambito della cultura e del sociale perché la società, dice sempre la presidente, il mondo può essere un posto migliore partendo proprio dall’impegno sociale unitamente alla cultura. Questo progetto ha come titolo IL SOGNO DI EDUARDO: INSIEME SI PUO’ e l’idea nasce quando leggendo un’intervista al grande Eduardo de Filippo egli parla di un suo sogno, “portare il teatro negli istituti minorili e fare teatro con i giovani detenuti.” Purtroppo Eduardo de Filippo è morto prima di realizzare questo suo progetto, questo suo sogno, abbiamo deciso così di realizzarlo noi per lui, ed ecco che nasce questo progetto che portiamo avanti dal 2019 realizzando solo commedie di Eduardo e coinvolgendo i giovani detenuti facendoli appassionare alla recitazione, al teatro, alla cultura. La pandemia ci ha bloccati ma non fermati, ed ecco nuovamente in scena una delle più belle commedie di Eduardo “Ditegli sempre di sì”.
Come nasce questo progetto e perché Eduardo de Filippo?
Questo progetto nasce nel 2019 quando, il nostro vice presidente e regista Rodolfo Calaminici, mi parlò del sogno di Eduardo e dell’idea di poterlo realizzare usando la sua passione ed esperienza trentennale nel teatro e attraverso l’associazione Veliero come base per poterlo avviare e dargli vita. Abbiamo quindi preparato la base del progetto “Teatro Carcere Veliero” e proposto al direttore dell’IPM (Istituto Penitenziario Minorile) di Catanzaro, Francesco Pellegrino che ci ha accolti con entusiasmo, avviando questo percorso che portiamo avanti con passione.
Come vi siete presentati ai ragazzi dell’IPM e come hanno accolto la proposta di recitare?
All’inizio non è stato facile, erano comunque chiusi e dubbiosi, c’è stato chi ha accolto immediatamente la nostro proposta e chi invece ha avuto bisogni di un certo periodo di tempo prima di decidere di partecipare. Abbiamo incontrato i ragazzi due volte a settimana, ci siamo fatti conoscere e hanno iniziato a darci fiducia. Abbiamo lavorato per mesi, quasi un anno, incontrandoci per le prove due volte a settimana. Mesi di lavoro ed ecco che piano piano lo spettacolo ha preso forma sul palcoscenico bellissimo del teatro che si trova proprio all’interno dell’Istituto e dove spesso vengono realizzati incontri di cultura.
So che hai partecipato anche come attrice?
Sì, quest’anno, in particolare per me, è stato più impegnativo in quanto negli altri anni, Rodolfo Calaminici ha lavorato con i nostri attori e i ragazzi dell’istituto facendoli appassionare proprio alla recitazione e con non poche difficoltà, io andavo di tanto in tanto a salutare e prendere visione del lavoro che veniva svolto presentando poi le serate di spettacolo, quest’anno invece sono stata presente ad ogni incontro, prove e lavoro perché il mio ruolo non è stato solo quello di presidente e quindi supervisore del progetto ma anche di attrice.
Come ti sei trovata nei panni di attrice teatrale?
Un’emozione immensa, ho potuto comprendere il grande lavoro che c’è dietro ad ogni spettacolo teatrale, non sono certo un’attrice vera ma è ciò che ogni presidente e ogni membro di un’associazione deve fare, impegnarsi in prima persona sempre e ancor più quando la presenza e l’impegno servono a non farci fermare, perché come dice il titolo del progetto… Insieme si può. Ognuno di noi ha fatto quanto ha potuto, con passione e con la speranza e la consapevolezza che per costruire un mondo migliore bisogna unire il sacrifico, l’impegno e la passione. Intanto c’è da dire che non era in programma che io recitassi, ho dovuto prendere questa decisione, anche su suggerimento de nostro regista, quando due delle nostre attrici, entrambe in dolce attesa ed altre due impegnate fuori sede per lavoro, abbiamo deciso di impegnarci per poter continuare a portare avanti il progetto, ed ecco che il desiderio di impegnarci nel sociale e la passione che ci spinge a credere fortemente in questo progetto, ha trovato il modo per non arrenderci. Quindi abbiamo coinvolto anche altre persone come Alessandra Mercantini, educatrice dell’IPM, Antonio Trapasso, polizia penitenziaria dell’IPM, Francesca Pellegrino, figlia del direttore dell’IPM, esperta nell’arte dello spettacolo e del cinema proprio per gli studi fatti, la presidente Radici sezione di Cirò Marina, Maria Sole Cavarretta, che si sono impegnati fortemente per la buona riuscita dello spettacolo, non solo studiando la parte a loro assegnata ma riuscendo a portare avanti con non poche difficoltà, i loro impegni lavorativi.
Chi sono i ragazzi dell’IPM che hanno preso parte allo spettacolo?
Essendo minorenni, per una forma di privacy possiamo dire solo i nomi, Alex, che ha recitato con noi sin dall’primo anno, mostrando passione ed interesse per il teatro e per la recitazione, ma anche lavorando dietro le quinte e mettendosi a disposizione impegnandosi in diversi lavori riguardante appunto la scenografia, dando un valido aiuto, così come Hamza ( nel ruolo di Nicola il giardiniere), Reda ( nel ruolo di don Vincenzo), Davide ( nel ruolo di Luigi), Giuseppe (nel ruolo di Don Givanni Altamura) , Andrei ( nel ruolo del fioraio) I nostri attori, in primis il protagonista, Andrea, nel ruolo di Michele, che pur lavorando al Nord è riuscito, grazie alla sua passione per il teatro che è trentennale, ed al suo impegno nel sociale, è riuscito ad essere presente anche con consigli utilissimi. Andrea è davvero un grande attore. Francesca Calaminici, segretaria del progetto Teatro in carcere, impegnata con noi come attrice nel ruolo di Olga; Maria Sole Cavarretta, segretaria generale dell’associazione Veliero, impegnata come attrice nel ruolo di Evelina. Francesco …. Nel ruolo del dott. Croce. Io nel ruolo di Teresa, la sorella di Michele; Alessandra Mercantini nel ruolo della signora Saveria; Miriana Benincasa, nel doppio ruolo di Checchina la cameriera di Teresa e di Carmelina, la cameriera di Donna Saveria; Antonio Trapasso nel ruolo del fratello di don Vincenzo, Rossella Cantaffa nel ruolo di donna Saveria nella seconda e terza serata. “Lo spettacolo svolto in tre serate riempiendo la sala, ha emozionato i presenti e gli ospiti illustri che hanno presenziato, dal Vescovo di Catanzaro alle rappresentanze istituzionali di diversi comuni del territorio, magistrati e artisti. Presenti alcuni genitori dei ragazzi dell’IPM, non è mancata l’emozione arrivata ad alti livelli nel momento in cui Davide, uno dei giovani dell’IPM, che ha scritto oltre 200 canzoni, ha dedicato alla mamma una canzone da lui interpretata a fine serata, commovendosi e commovendo l’intera platea. A fine serata, sono state lette due lettere inviate dalla famiglia di Eduardo de Filippo che ha accolto con entusiasmo il progetto, sin dalla prima esibizione. “Desidero ringraziare il nostro regista e vice presidente Rodolfo Calaminici per il grande e magnifico lavoro svolto, il suo impegno è lodevole. Grazie alla segreteria dell’IPM, alla polizia penitenziaria ed operatori che è sempre stata attenta e disponibile, ma un grazie davvero immenso al direttore dell’IPM, Francesco Pellegrino che ha sostenuto il nostro progetto dandoci piena fiducia. Il suo lavoro, svolto ormai da anni, lo vede non solo nel ruolo di Direttore ma di guida e educatore in un istituto che è un modello da seguire. A conclusione della terza serata, sono stati consegnati gli attestati di partecipazione e fattiva collaborazione a tutti gli attori ed attrici.