La commercializzazione di insetti a scopo alimentare – informa Coldiretti Calabria – è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi. L’indicazione della presenza di farine di insetti con grande evidenza nelle etichette è importante per garantire la libertà di scelta della maggioranza degli italiani che vogliono evitarli ma anche per tutelare la salute di quanti sono sensibili ai rischi di reazioni allergiche che sono stati evidenziate dall’Autorità Alimentare Europea (EFSA). E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la firma dei 4 decreti nazionali dopo il via libera dell’Ue all’uso di larve del verme della farina minore, grillo domestico, larva gialla della farina e cavallette in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre. Ecco allora – continua Coldiretti – che la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità è la risposta a chi vuole imporre una dieta globale fondata su insetti e cibi sintetici senza alcun legame con il territorio, l’agricoltura locale, le tradizioni e la cultura. La candidatura della pratica della cucina italiana per l’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanita’ dell’Unesco decisa dal Governo su proposta dei ministri dell’Agricoltura e Sovranita’ alimentare Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano è un immediato, efficace e positivo riscontro per la difesa del cibo italiano e delle tradizioni poiché la cucina rappresenta una straordinaria leva di promozione del Made in Italy alimentare nel mondo.
“Il Villaggio Coldiretti di Cosenza visitato da circa 300mila persone – commenta Aceto presidente di Coldiretti Calabria – è stata una grande occasione per far conoscere la biodiversità e la sostenibilità dell’agricoltura italiana e di quella calabrese in particolare, un modello basato sulla distintività e la qualità del made in Italy agroalimentare. La battaglia – conclude Aceto – prosegue per evitare la deriva del cibo sintetico”.