Su questo tema ha costruito una campagna elettorale che nel 2020 ha convinto i crotonesi. Nelle ultime settimane poi ha dato lezione a tutti anche sul tema della trasparenza e delle modalità di contrattazione con Eni, annunciando un accordo quinquennale sul quale il Consiglio comunale – che, ricordiamolo, rappresenta anch’esso gli elettori crotonesi – non è stato proprio interpellato.
Sebbene il Sindaco sia tornato sull’argomento nell’ultima lectio magistralis tenuta durante la conferenza stampa di fine anno, non abbiamo ben capito – probabilmente per distrazione nostra – come intende affrontare la questione dei rifiuti delle discariche fronte mare ricomprese nel Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara. Trattasi di rifiuti (quelli più pericolosi!) che Eni Rewind vorrebbe tombare e lasciare qui per non sostenere i costi di trasporto e smaltimento fuori regione, nonostante il decreto ministeriale del 2020 di approvazione del POB Fase 2 obblighi la società a smaltire lontano dai confini calabresi. Per inciso ricordiamo che su questo decreto pende un ricorso della multinazionale al Presidente della Repubblica proprio per bloccare il POB Fase 2, sul quale il Consiglio di Stato ha già dato un giudizio preliminare di improcedibilità. Analogamente è pendente davanti al Tar la richiesta di annullamento dei pareri negativi del 2021 resi da Regione, Provincia e Comune sulla proposta di Eni di conferire in loco il Tenorm e l’amianto presenti nella discarica fronte mare ex Fosfotec.
Ci sembra quindi che il Cane a sei zampe continui a prendere tempo per evitare la bonifica, quella vera, e lasciare qui i rifiuti limitandosi alla messa in sicurezza dell’area. Ci auguriamo che il Sindaco Voce si batta contro questa possibilità con la stessa veemenza con cui da Piazza Marinai d’Italia impartiva lezioni, soprattutto alle precedenti amministrazioni, in materia di tutela dell’ambiente e trasparenza dei rapporti con Eni.
Così come ci aspettiamo che spenda la stessa enfasi nel pretendere interventi specifici sulla subsidenza, problema che sembra ormai scomparso dall’agenda vociana o spesso confuso con l’erosione costiera. A tal proposito abbiamo avuto qualche rassicurazione da parte dei rappresentanti di Eni, che ci dicono che la zona di Capocolonna è oggetto di studi e osservazioni. Tuttavia la cosa suona un po’ come se il lupo della favola di Cappuccetto Rosso ci tranquillizzasse sullo stato di salute della nonna.
Ovviamente non abbiamo le competenze tecniche del Sindaco nè dei tecnici Eni, ma ci permettiamo di ricordare che, al di là del comitato tecnico scientifico previsto per l’analisi di questi studi, già nel 1997 il Tribunale di Crotone aveva imposto ad Eni una commissione sullo stato di subsidenza. Perché non pretendere, nell’ambito delle trattative, la costituzione della commissione? O ancora, a fronte del previsto raddoppio delle estrazioni, perché non chiedere ad Eni non solo studi e analisi, ma anche interventi che vadano a ripristinare lo stato del sottosuolo dopo gli interventi di estrazione?
Nel frattempo, al fine di evitare il ripetersi di quanto appena accaduto con l’accordo di dicembre e di garantire un più ampio coinvolgimento della città su temi che ne interessano direttamente il futuro sia in termini ambientali che economici, ricordiamo la proposta già avanzata dal nostro capogruppo Andrea Devona nell’ultima seduta di Consiglio dedicata ad Eni e chiesta proprio dall’opposizione.
Nel lontano 2007, già prima che in città prendessero piede certi movimenti che definiremmo più populisti che civici, l’amministrazione targata Vallone faceva approvare un Regolamento per la partecipazione popolare che, tra gli altri strumenti di democrazia partecipata, prevedeva la possibilità per il Consiglio comunale di istituire consulte su temi specifici, al fine di garantire la partecipazione dei cittadini all’amministrazione e il migliore svolgimento di quest’ultima. Lo stesso prevede lo Statuto comunale. Si potrebbe quindi istituire una consulta, composta a titolo gratuito da rappresentanti del Consiglio, dei sindacati, degli ordini professionali e delle associazioni interessate (ad esempio pescatori), che possa interessarsi a tutto campo dei rapporti con Eni, dal contenuto delle future trattative alla verifica di sostenibilità economica e ambientale di eventuali accordi al controllo sull’attuazione degli stessi, sia in termini di realizzazione e messa a sistema dei progetti realizzati con le somme erogate dalla multinazionale, comprese le royalties.