Gli Amici del Max, presso la stessa Trattoria Max, oramai conclamato centro di riferimento per iniziative culturali che attengono la nostra storia archeologica e non solo, archeogastronomia ed enogastronomia, nei giorni scorsi hanno dato vita ad un interessante incontro, presentando la vera storia della palude di Punta Alice, dove, come noto sono stati rivenuti i resti del tempio di Apollo Alaios. Lo scopo dell’ incontro è stato incentrato, come dicevamo, sulle paludi di contrada vurghe e la scoperta del tempio di Apollo Alaios avvenuta casualmente nel 1924 , durante i lavori di bonifica ad opera del consorzio ravennate e più specificatamente portati alla luce da Paolo Orsi. Sono stati trattati argomenti molto importanti dal punto di vista tecnico ed archeologico . Lo scavo fatto nel 1994 dall’archeologo Roberto Spadea, già direttore archeologico della sopraintendenza dei beni archeologici della Calabria, le epigrafi ampiamente descritte da M.Letizia Lazzarini, dell’Università La Sapienza di Roma e l’architettura del tempio a cura di Gregorio Aversa, direttore del Museo Archeologico di Crotone e del Parco Archeologico di Capo Colonna, che ne ha illustrato lo stile nelle varie datazioni, hanno concorso a mettere al centro dell’interessante momento divulgativo, una approfondita storiografia dei ritrovamenti che oggi hanno permesso lallo stesso Museo cittadino di arricchirsi di preziosi reperti. Nel corso dell’esposizione molti sono stati le domande da parte di un pubblico molto attento e affascinato. Seguire il racconto del culto di Apollo Aleo, seguendo i taccuini dello scopritore, è stato un racconto affascinante e coinvolgente che non ha impedito ai relatori di fare riferimento anche al compianto Elio Malena, a Juliett de La Genier ed Ernesto Palopoli, tutte figure che hanno speso negli anni il loro lavoro per dare risalto a questi importanti scavi. Non è mancato anche un riferimento al libro “la Collina del vento” di Carmine Abate, un doveroso tributo alla divulgazione del racconto del volume Apollinis Alaei Ad Krimisa Promontorium che ha dato il titolo all’interessantissimo incontro, sottolineato in apertura anche da Elena Lattanzi, che pur non potendo intervenire, ha fatto giungere ai presenti una sua nota, nella quale si legge, rivolgendosi agli organizzatori dell’evento, titolari della Trattoria Max: “Le Sue recenti iniziative culturali e non solo ci riportano ai tempi di personaggi indimenticabili come Juliette de La Geniere, con gli amici Barone Palopoli ed Elio Malena, tutti scomparsi a poca distanza, quasi avessero voluto lasciare tutti insieme la terra di Filottete…Grazie per la passione, l’impegno, l’interesse con cui si dedica a rievocare la mitologia e la storia della terra sacra ad Apollo Aleo e ad Hera Lacinia, con la collaborazione di un drappello di giovani archeologi che hanno dedicato la loro giovinezza e i loro studi a questo angolo felice di Calabria, Roberto Spadea, Maria Letizia Lazzarini, Gregorio Aversa e altri. Auguri per la iniziativa”.