La guerra non è solo in Ucraina, ma in un certo senso, è anche e già tra di noi.
Molte famiglie a Crotone e nella sua provincia infatti, non mandano più i figli a scuola e, addirittura, hanno paura di uscire di casa o di fare la spesa.
Tutto ciò per colpa di messaggi intimidatori che stanno girando in rete, dove si evince la volontà da parte dei russi che vivono in tutti gli altri paesi, di prendere di mira i figli degli ucraini.
E questo purtroppo succede anche a Crotone. Assurdo.
E sono rimasta incredula nel guardare gli occhi impauriti di questo gruppo di residenti stranieri, che mi confessavano questo possibile e grave disagio con grande preoccupazione per le loro vite, e di conseguenza la non partecipazione alla manifestazione pacifista di ieri sera.
Io ho perso mio figlio per mano di altri, e quindi conosco bene la paura che portate dentro di voi per i vostri figli che nella vostra terra rischiano la vita per la propria patria.
Ma oggi vi dico che non siete soli, non chiudetevi in voi stessi e chiedete aiuto.
Unitevi a tutti gli altri che sono scesi in piazza a manifestare ieri, perché la solitudine porta angoscia, mentre questo è il momento di stare insieme.
Non è il momento delle solite, inutili passerelle, ma è invece il momento di alzarsi le maniche, come Crotone sa fare quando vuole, e sostenere questi nostri fratelli in difficoltà.
Molti di loro vorrebbero accogliere i parenti, le donne e i bambini che stanno arrivando dall’Ucraina, sarebbe quindi opportuno attrezzare una struttura con l”aiuto ed il servizio delle associazioni per assicurare l’ accoglienza ed un pasto caldo, magari insieme Crocerossa e Caritas, già molto impegnati e presenti nel nostro territorio.
Si chiama cooperazione sociale e solidale. Amore globale senza confini contro tutte le guerre.