Organizzato dall’Associazione “Voglia di Vincere” presieduta da Sabrina Strancia che gestisce anche lo “Sportello amico Autismo”, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Melissa. Il convegno ha avuto lo scopo di sensibilizzare sul tema del diritto universale a prendere parte attivamente ad ogni ambito della vita sociale; di stimolare il dibattito ed il confronto sulla necessità di dar luogo ad una società più giusta, equa e dialogante; di contribuire al superamento di ogni forma di razzismo e di esclusione. Approvata dall’Assemblea dell’ ONU, il 3 dicembre del 2006, ratificata da 169 stati, anche dall’Italia, tanti sono stati i cambiamenti che, passando da una logica imperniata sull’obiettivo di migliorare il comportamento e il funzionamento delle persone con disabilità a quello della qualità di vita. Giusy Nisticò, introducendo i lavori e ringraziando i relatori per la loro partecipazione, ha subito dato la parola al Sindaco, Raffaele Falbo, il quale ha parlato della positività dell’evento” in quanto permetterà di accendere i riflettori sul tema, nel tentativo di dare risposte concrete a un problema carente dal punto di vista sociale e anche normativo e legislativo, oltre che strutturale, ma si è augurato anche che venuto meno il commissariamento della Sanità Calabrese, il nuovo governo regionale possa intervenire più fattivamente per supportare i tanti bisogni che la disabilità pone.”. Sul tema poi, si è incentrato il puntuale intervento del neuropsichiatra, Salvatore Bagalà, da poco in pensione ma ancora sul campo, che ha spiegato e approfondito il tema, soprattutto in chiave locale e non solo, parlando di diverse disabilità, quella psichica e relazionale, transitoria e cronica, affermando “che le persone hanno purtroppo una consapevolezza molto limitata dei propri diritti, tutto è delegato alla famiglia e chi gestisce la persona.” C’è la necessità, ha ancora detto, di non pensare alla risoluzione del problema ricorrendo ad un farmaco, ma tutta un’azione sinergica fra i diversi attori istituzionali, familiari, scolastici, perché fondamentale è una diagnosi precoce” Ma ha anche lanciato l’allarme che la disabilità oggi, è diventato anche un modo per “farsi assistere dall’Inps”. “Il fatto è che i genitori hanno un impegno quotidiano pressante che lascia pochissimo tempo per pensare e guardarsi attorno” come ha detto con il cuore in mano, Sabrina Strancia. Il quotidiano si sovrappone a tutto, si mangia tutto, anche quello che potrebbe essere diverso: tu entri in uno stato di “sottomissione” al problema quotidiano e non pensi nemmeno più a chiedere nulla a nessuno. “Far valere i propri diritti richiede tempo, cultura, a volte anche denaro, ma soprattutto tanta disponibilità di testa e la testa di un genitore è occupata dall’emergenza del quotidiano. Su questo gioca chi millanta, promette e rimanda. Il tempo è il punto cruciale. Tu non hai tempo di respirare, a volte vai al municipio a rivendicare un diritto e ti dicono “ripassa” ma quel “ripassa diventa talmente pesante che piuttosto ti arrangi e ti inventi qualcosa”. Un punto di vista, quello del tempo di intervento che è stato sottolineato dagli interventi degli altri relatori. Ettore Massari, in rappresentanza del Kiwanis, parlando dell’impegno ella sua associazione ha sollecitato l’intervento dei Sindaci a creare punti di ascolto e sportelli informativi, a farsi portavoce di questi interessi, nella loro qualità di responsabili della sanità locale per non lasciare le famiglie sole ad affrontare il problema; la psicologa, Mariangela Ferraro che ha sottolineato l’importanza dell’aspetto empatico e amorevole della famiglia che subisce anch’essa creandosi barriere comunicative e quindi la necessità di ristrutturasi; il logopedista Aurelio Liotti che ha anch’esso sottolineato l’importanza della famiglia che spesso si chiude in casa e rinuncia alla vita sociale perché si sente isolata o si vergogna; la Dirigente del Polo D’Infanzia Baby Kinder Park, Lucia Sacco, dall’alto della sua esperienza didatticaha parlato della difficoltà delle famiglie ad accettare i suggerimenti di rivolgersi all’equipe multidisciplinare, logopedisti, neuropsichiatri ecc, dettate da un’attenta osservazione e di quanto sia importante affiancare il disagio familiare con un’osservazione precoce del problema iniziale del baby, che se affrontato precocemente spesso si può risolvere, evitando che questo diventi cronico, sottolineando il fatto che sarebbe importante intervenire anche con attività motorie e sportive praticabili attraverso il mondo SOI “Special Olympics Italia” che si occupa di inserimento dei disabili intellettivi e non attraverso i giochi unificati. La lunga dissertazione proposta dagli interventi, è stata intervallata dalla lettura di alcune poesie sul tema e dall’esibizione della scuola da ballo di Luana Caligiuri, School Dance. L’auspicio che raccogliamo è che al di là di tante osservazioni e analisi con proposte e idee, si passi ai fatti, con la creazione di rappresentanze per aree territoriali per aiutare le famiglie, perché i primi veri ostacoli burocratici, sono nelle Asl, nell’istituzione scolastica, nei carenti servizi sociali, dove spesso lavorano persone che non hanno alcuna cultura rispetto al problema e ai diritti dei disabili e delle stesse famiglie.