Entro il prossimo anno dovrebbe vedere la luce il quarto lotto funzionale dell’importante arteria, tra costa ed entroterra, che congiungerà il Bivio Manco con il ponte di Caloveto. A questo si aggiungerà poi il quinto lotto che porterà l’arteria a ricongiungersi con la SS106 tra i Comuni di Corigliano-Rossano e Mirto-Crosia.
Sta tenendo banco una bagarre su quest’ultimo lotto riguardo al fatto se far proseguire la strada sul lato destro o sinistro del fiume. Senza entrare nel merito, riteniamo che il problema non sia già rappresentato dall’allocazione dell’ultimo tratto a valle, che in un caso o nell’altro disterebbe dall’innesto con la Jonica meno di un Kilometro. Piuttosto, la non differibile necessità di continuare il tracciato dell’infrastruttura ad ovest del comune di Longobucco, quindi verso l’altopiano Silano, il comprensorio Florense e la località di Lorica, sede amministrativa del Parco nazionale della Calabria.
Aver speso una ingente somma per connettere Mirto a Longobucco appare infatti riduttivo e non suffragante l’analisi costi benefici. La costruenda arteria, se proseguita oltre il centro Traentino, potrebbe rappresentare una valida e di gran lunga migliore alternativa per i flussi turistici provenienti dall’Adriatico che raggiungerebbero i centri di villeggiatura silani in circa 1h da Corigliano-Rossano, contro le circa 2h e 15 attuali.
È bene ricordare che oggi per raggiungere l’altopiano dall’alto Jonio bisogna portarsi a Cosenza e da qui iniziare l’arrampicamento sulla montagna. Non potevano certo mancare le solite manine centraliste a modificare i flussi ad uso e consumo dei Capoluoghi storici, che anche contro ogni logica dettata dal buon senso e soprattutto dalla geografia dei luoghi hanno artatamente deviato le direttrici secondo i loro desiderata.
Si pensi alla valenza che potrebbe assumere l’arteria se veramente fosse un itinerario Sila-Mare e non già il semplicistico concetto Longobucco-Mirto. Metterebbe in connessione due itinerari europei, la SS106 e la SS107, creando i presupposti, anche per l’area Silana dell’Alto Crotonese e per tutto il vasto comprensorio che gravità su San Giovanni in Fiore di raggiungere il corridoio Adriatico in tempi ragionevoli.
A questo si aggiunga che già a circa 20 km in linea d’aria da Lorica in direzione sud ovest giace la SS616, una strada di categoria C che congiunge i territori silani di ponente con l’A2 presso lo svincolo di Grimaldi. Raccordando i due itinerari si realizzerebbe una nuova trasversale Jonio-Tirreno che avrebbe la duplice valenza di tagliare trasversalmente la Calabria e di connettere l’A2, la Sila e la SS106. In questo modo anche i flussi turistici provenienti dalla Sicilia raggiungerebbero l’altopiano dalla valle del Savuto senza l’obbligo forzato di raggiungere Cosenza.
È necessario che gli amministratori locali della val Trionto, della Sila, della val Savuto e della val Corace, facciano quadrato e si impegnino in un ragionamento corale che apporterebbe vicendevoli benefici a tutte le comunità investite dalla progettualità, riverberando benessere diffuso e notevoli migliorie nella mobilità. Sarà bastevole immaginare, qualora detto investimento dovesse vedere la luce, che i principali villaggi silani (Camigliatello, Fossiata, Lorica, Villaggio Palumbo, Villaggio Mancuso e Villaggio Racisi) sarebbero collegati tra loro in maniera veloce, aprendo quindi ad un appeal turistico, sia a nord est (Puglia) sia a sud ovest (Sicilia), dai risvolti molto interessanti.
Allontaniamo gli spettri del centralismo che hanno arrecato, e continuano ad arrecare, danni incalcolabili alla Regione ed apriamoci al policentrismo, solo così si creeranno i presupposti per una crescita economica foriera di interessi e portatrice di benessere per tutto il territorio.