I familiari di A.G., una signora ottantasettenne, hanno conferito incarico all’Avv. Francesco Nicoletti al fine di redigere e depositare atto di denuncia nei confronti della badante, che avrebbe somministrato psicofarmaci all’anziana per evitare che potesse “dare fastidio”.
Gravissime le accuse mosse alla donna, che assisteva la signora dal mese di luglio 2020 e che avrebbe dovuto limitarsi a compiere operazioni socioassistenziali di natura non medica, aiutando l’anziana ad alzarsi, a lavarsi e a mangiare, accompagnandola nei gesti di vita quotidiana.
A rendersi conto di ciò che invece stava accadendo è stata la figlia dell’ottantasettenne, accorgendosi che la badante somministrava alla madre, volontariamente e senza alcuna autorizzazione, per di più senza alcuna prescrizione medica, psicofarmaci in modo da drogarla, cagionandole così lesioni volontarie. La stessa figlia notava inoltre un graduale peggioramento delle condizioni di salute della madre successivamente all’arrivo della badante: l’anziana era molto assente, dormiva tutto il giorno e rifiutava il cibo.
Nel mese di agosto, su un tavolo all’interno dell’abitazione dell’anziana, veniva notata la presenza di un flaconcino contenente psicofarmaco e, a richiesta di giustificazione, la badante rispondeva che si trattava di un farmaco da lei utilizzato. Qualche giorno dopo la situazione peggiorava, con la segnalazione di alcuni vicini di casa che riferivano di non vedere più l’anziana. Giunta sul posto, la figlia trovava la madre in stato di incoscienza, allettata e addirittura con difficoltà ad aprire anche gli occhi. Allarmata per tale situazione veniva immediatamente contattata la badante la quale riferiva che l’anziana stava bene e che non c’era alcun problema. Le condizioni di salute dell’anziana donna non miglioravano neanche la mattina successiva e, pertanto, i familiari si determinavano a contattare la guardia medica di turno che, dopo un’accurata visita, certificava astenia e sonnolenza da circa due settimane con sospetta overdose da psicofarmaci e rimandava al Pronto Soccorso per ulteriori accertamenti cardiologici e neurologici. Nell’immediatezza, la badante chiedeva a tutti i presenti se dai prelievi o dagli accertamenti fosse risultata la somministrazione di farmaci; circostanza che insospettiva ulteriormente i familiari tanto più che nella borsa della donna era ben visibile il flaconcino di psicofarmaci notato sul tavolo qualche giorno prima. Stante la gravità della situazione e su richiesta di informazioni da parte dei familiari, la badante, alla presenza di tutti, confessava di aver somministrato tutti i giorni, senza alcuna prescrizione medica e senza autorizzazione, all’anziana signora numerose gocce di psicofarmaci per addormentarla, mostrando effettivamente il flaconcino del farmaco che deteneva nella borsa, e giustificava il proprio gesto riferendo che in tal modo l’anziana non dava “fastidio”.
Da qui la decisione dei familiari di adire le vie legali: «Abbiamo conferito mandato allo Studio Legale dell’Avv. Francesco Nicoletti – dichiarano – in quanto è nostra ferma volontà ottenere giustizia affinché tali riprovevoli fatti non accadano mai più e, per tale motivo, chiederemo non solo una condanna esemplare di colei che ha attentato alla vita della nostra congiunta ma, altresì, un ingente risarcimento del danno».