Il documento, su direttiva del Ministero dell’Interno del 23 giugno 2010 relativa ai controlli antimafia preventivi nelle attività a rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, nonché delle Linee Guida del 15 giugno 2014 per l’avvio di un circuito collaborativo tra ANAC, Prefetture e stazioni appaltanti, costituisce uno strumento efficace e condiviso per estendere i controlli e le informazioni antimafia a tutti i contratti per i quali non è prevista alcuna forma di controllo in tema di cautela antimafia, al fine della realizzazione del preminente interesse pubblico alla legalità e alla trasparenza nel settore degli appalti pubblici.
Con la sottoscrizione del Protocollo, gli enti locali si impegnano a richiedere le verifiche antimafia, anche per i contratti esclusi per limiti di valore (c.d. sottosoglia), nonché per quelli soprasoglia che sfuggono dalle valutazioni antimafia.
Inoltre gli enti locali, allo scopo di prevenire interferenze illecite di matrice corruttiva, si impegnano a un costante monitoraggio delle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici, inserendo nei contratti delle clausole risolutive nel caso in cui emergano condotte di corruttela nell’esecuzione dell’appalto.
Il Protocollo persegue anche l’obiettivo di incrementare la trasparenza nel settore degli appalti in quanto gli enti firmatari sono onerati del controllo della regolarità contributiva e retributiva delle ditte aggiudicatarie e della verifica della sicurezza delle condizioni di lavoro.