E’ uscito in Albania e Kosovo il nuovo libro di Francesca Gallello Gabriel Italo Nel Gomez, scritto in collaborazione con il poeta, giornalista e docente universitario Nikollë Loka. Il libro, scritto in lingua albanese e in lingua italiana, ha un titolo che nella sua semplicità dice tutto: “Oltre il Mare” “Përtej Ditrit”. La traduzione è curata dalla scrittrice e poetessa Valbona Jakova.
Perché questo titolo? Semplicemente perché la cultura che lega Italia e Albania va oltre il mare, un legame forte che ci lega nella storia del passato e del presente. La poesia è un linguaggio universale che porta sulle spalle il peso dei sogni e dei desideri più nascosti di popoli e terre.
Francesca Gallello Gabriel Italo Nel Gomez, che del libro ne è anche editore, ha stretto, già da qualche anno, una collaborazione con la casa editrice di Tirana EMAL, una delle più importanti case editrici albanesi il cui editore, Astrit Muça, è molto stimato (e conosciuto per essere stato nella nazionale di calcio albanese). Il libro, infatti, vede il logo sia di VELIERO che di EMEL. Ciò, dice Francesca Gallello G.I.N.Gomez, rafforza ancora più il mio legame amicale e culturale con l’Albania. Rapporto che già da qualche anno, la scrittrice e editrice Francesca Gallello G. I.N.Gomez, coltiva con impegno ed è stimata come editrice e autrice. Infatti tanti gli articoli dedicati a lei su giornali importanti in Albania e premi internazionali che ha ricevuto in Kosovo.
In questa opera poetica, per la prima volta, Francesca Gallello si presenta, unitamente al suo nome, con il nome del Maestro Italo Gomez, il quale per stima e affetto, ha chiesto a Francesca Gallello di unirlo al suo come nome d’arte. Il Maestro Italo Gomez, che è venuto a mancare qualche mese fa, lo ricordiamo già come Direttore Artistico della Scala di Milano, Direttore della Fenice di Venezia, Direttore Artistico della Biennale di Venezia, violoncellista di fama internazionale, figlio del grande artista colombiano Pedro Nel Gomez.
Dalla prefazione, dice di lei, il Maestro Italo Gomez: Il suono poetico della poesia vera è, a parer mio, una melodia che tutti possono ascoltare ma solo in pochi riescono a sentire. Non sono un poeta ma un violoncellista ed è per tale motivo che parlando di poesia mi riferisco alla musica ed al suono. La poesia è suono, una melodia che coinvolge i sensi e fa danzare l’anima. Il suono poetico che la poesia mi trasmette e, in particolare, quella di Francesca Gallello è un insieme di suoni e armonie musicali che, potendole immaginare su un palcoscenico, vedo una danza emozionante, coinvolgente, unica nel suo genere, un’esplosione di suoni, armonia, passi che fanno sussultare il cuore. Ho dedicato la mia vita alla musica ed alla danza, al ritmo dei passi e dei suoni. Francesca, con la sua poetica, unica e particolare, che non è mirata al completamento o ricerca di frase rimate ma al racconto di uomini e donne che mettono tra le sue mani le loro storie e chiedono di farne poesia. Francesca, con il ritmo di queste storie poetiche che sono, nella loro originalità, racconti poetici veri e propri, ha il merito di avere inventato, creato, un nuovo stile poetico che sono certo segnerà una nuova pagina per la poetica mondiale. Raccontare storie vere, storie di vita vissuta, storie di problematiche sociali, storie di amori e storie di umana debolezza, che nel suo completamento segneranno la storia poetica di un percorso nuovo e più completo, la poesia che diventa racconto e storia. Lei lascia parlare il cuore, raccogliendo informazioni di vita tra le persone anziane, giovani, donne di ieri e donne di oggi. Riesce ad interrogare il sole e le stelle, riesce a far parlare i fiori ed il vento, questa è la poetica di Francesca. Unica nel suo genere che è riuscita, per la prima volta nella mia vita, a farmi appassionare alla poesia danzando tra le parole e suonando al vento parole che possano essere trasportate dalle nuvole su nuovi cieli. La poetica gallelliana, così è ormai definito il suo stile, è di certo un faro che porta luce su nuove terre tutte da scoprire. Francesca, che considero, per affetto e stima, la figlia mai avuta, ha il merito di avermi fatto scoprire la poesia storico-sociale vera e aver dato alla letteratura mondiale un nuovo viale da percorrere. Italo Gomez
E’ poeta, dice Francesca Gallello Gabriel Italo Nel Gomez, chi, lasciando aperta la porta del cuore, libera i pensieri dando respiro e voce all’anima. Scrivere una poesia significa descrivere il proprio sentire che come vento impetuoso invade l’anima e avvolge il cuore in un manto stellato che illumina la via e la speranza.
La poesia, rappresenta, quindi, la voce del silenzio che è in noi. Nascere poeta è nascere con una luce che indica vie che nell’animo non tutti riescono a percepire. Amare la poesia, leggere poesie, perfino scrivere poesie, non sempre fa di un essere un poeta.
Il poeta, spesso, non sa di esserlo, a volte appare come una dannazione che ti spinge, costringe a scrivere di getto, pensieri dettati dall’anima, pensieri che bruciano e incendiano il cuore, pensieri che gelano il petto, nuvole spinte dal soffio del pensiero che oscurano la luce del sole e lo rendono cupo.
Pensieri che liberi nelle sue idee, volano come libellule e indicano vie nuove dove trovare acqua per dissetarsi e polline per sfamarsi.
Il poeta ha in sé un io superiore che, attento e silenzioso, esplode, di tanto in tanto e ci azzittisce, vuole spazio, lo chiede con forza e fervore e noi, noi piccoli esseri portatori di questo fardello immenso, misterioso, bellissimo, amabile, dobbiamo dar respiro. Il poeta non possiede la poesia, è la poesia a possedere il poeta che umilmente ne è diffusore.
La poesia, dice Nikollë Loka, è la mia libertà, una visione che alterna il crepuscolo e l’alba, una nuova dimensione oltre se stesso, quando mi sembra di vedere, di sentire e di capire il mondo nella sua apparenza più espressiva e più intima. La poesia è la musa che spinge i miei sentimenti verso l’infinito in un viaggio inesauribile verso la sua profondità. Per me la poesia è una preghiera fatta in un tempio spoglio, dopodiché riesco a vedere Dio.