Lascia basiti la dissennata decisione di accorpare l’ente Camera di Commercio Crotonese alla città di Catanzaro. Negli scampoli del “Decreto Agosto” è stata inserita, all’art. 59, la norma che, al comma 1, definisce i vincoli temporali perentori per la conclusione dei processi di accorpamento in corso e per l’insediamento degli organi di governance delle nuove Camera di Commercio “accorpate”. Qualora, decorso il temine di 60 giorni, gli Enti interessati non avranno concluso l’iter e non si saranno quindi accorpate insediando i nuovi organi, il trentunesimo giorno dal precedente termine gli organi in essere – ad eccezione del Collegio dei Revisori – saranno dichiarati decaduti e alla Regione di riferimento sarà affidato il compito di nominare un Commissario straordinario che proceda al completamento della procedura di accorpamento. Continua pertanto, imperterrito, il disegno centralista di marginalizzare sempre più le aree periferiche, povere in termini di rappresentanza territoriale e demografica, ancor più mortificate da una politica locale che sembra sorda al disperato grido d’allarme che viene dalle rappresentanze del territorio.
Più a nord, nella Sibaritide, la terza città della Calabria, la più grande, territorialmente parlando, della Regione e 29° in Italia, con un ambito ad essa afferente di circa 200mila abitanti, vedrà probabilmente innalzate le proprie Compagnie Carabinieri a semplice REPARTO TERRITORIALE piuttosto che GRUPPO. Ci chiediamo cosa abbia la città di Corigliano Rossano in meno rispetto ad ambiti cittadini e territoriali, infinitamente più piccoli come il caso Lametino, quello della Locride e quello della Piana di Gioia Tauro, laddove lo Stato ha impiantato 3 dei 15 GRUPPI CC, esistenti nel territorio italiano. Giova ricordare che il REPARTO TERRITORIALE, implica la figura di un Tenete Colonnello alla gestione, ma non influisce in maniera alcuna sull’incremento del numero di uomini in forza al comando. Il GRUPPO, al contrario, demoltiplica le funzioni del COMANDO PROVINCIALE in ambiti territoriali particolarmente cospicui demograficamente e territorialmente.
Come può essere pensabile, gestire un territorio che abbraccia i comuni da Rocca Imperiale fino a Cariati, passando per l’entroterra con un succinto numero di uomini spalmati sulle compagnie di Corigliano Rossano e dei comuni del circondario.
Continua pertanto, una mentalità da menefreghismo, laddove vengono pensate soluzioni tampone, non rispondenti alle reali esigenze del territorio.
Le imprese, unico e solo motore propulsivo dell’area Magnograeca, non possono continuare ad essere mortificate. Basterebbe aggregare la locale sezione staccata della CDC di Corigliano Rossano alla filiale di Crotone e si giustificherebbe abbondantemente la persistenza di quest’ultima.
Come si può pensare di rendere un territorio appetibile alle imprese, se lo stesso non è preservato dalla presenza di sicurezza rappresentata dagli apparati periferici del Ministero della Difesa, quando territori più esigui hanno una rappresentanza concreta ed efficiente, che restituisce efficacia nella quotidianità, mentre in riva allo Jonio si combatte quotidianamente con mezzi obsoleti e senza più neppure un Presidio di Giustizia che tuteli la legalità in un luogo in cui il termine sta, man mano, allontanandosi dal vocabolario delle persone.
Il Comitato si appella alla sensibilità del Ministro dell’Economia e del Ministro della Difesa, della rappresentanza Parlamentare Jonica, crotonese e sibarita, al Presidente della Regione Calabria ed ai rappresentati regionali del territorio, on. Flora Sculco e on. Giuseppe Graziano, affinché si abbia un sussulto d’orgoglio atto a modificare una linea d’indirizzo che vuole quest’angolo d’Italia costantemente mortificato ed offeso nella dignità.
Smettiamola con aree di Figli e Figliastri. Combattiamo insieme per portare al pari di altre aree lo Jonio. Il riverbero delle politiche d’equità, si irradierà a tutto il territorio regionale.