Ancora una volta le discoteche vengono indicate come fonte del male del periodo: in questi ultimi 15 anni siamo passati dalle forche gaudine degli incidenti del sabato sera, allo sballo in discoteca, al divieto di vendita degli alcolici ed ora siamo alle prese con il contagio COVID-19. E’ sotto gli occhi di tutti che incidenti, sballo e alcolici, nonostante i divieti alle discoteche imposti dalle autorità non sono stati vinti e questo perchè le discoteche non sono certamente responsabili di comportamenti sociali ma sono, e rimangono, dei centri d’aggregazione, dei locali in cui avvengono assembramenti controllati di persone che hanno come obiettivo il divertimento, la volontà di lasciarsi andare e passare qualche ora dimenticando lo stress della settimena lavorativa.
Siamo alle prese in questo concalamato e difficile periodo, ancora una volta, con la demonizzazione delle discoteche quali fonte di possibile contagio a causa di comportamenti irresponsabili che, in alcuni locali, sono stati messi in atto da nostri clienti: si badi bene che le discoteche, diversamente da quanto percepito, mettono in atto tutte quelle procedure statuite dai protocolli della conferenza Regioni ma, purtroppo, in molti casi non è possibile imporre soluzioni comportamentali a persone che non le vogliono adottare.
Se le discoteche, ancora una volta e con grande senso di responsabilità, chiuderanno i battenti lo Stato deve soccorrere il settore con finanziamenti a fondo perduto che consentano alle imprese di rimanere vive, di pagare affitti, costi fissi, personale e tutto quanto occorre per la manutenzione di immobili e attrezzature che sono costruiti per ospitare in sicurezza migliaia di giovani e meno giovani.
Le nostre aziende non producono mattoni o bulloni, non sono coinvolte in filiere produttive manifatturiere, ma offrono divertimento, svago, ovvero emozioni e non può essere paragonato ad altri settori produttivi “strategici”. La nostra “strategica” azione dovrebbe essere quella di intercettare i bisogni della parte di popolazione che intende svagarsi in sicurezza e permettere alla cittadinanza di avere una valvola di sfogo nel week-end dopo giorni di lavoro.
Dovremmo essere quindi considerati dei fidati alleati del governo, un avamposto di legalità, anziché un comparto pericoloso e discriminato. Nei fatti l’azione dei governi a partire dal 2000 ad oggi, a colpi di norme amministrative, vessazioni fiscali e continui inasprimenti delle regole ha distrutto la capacità del settore di essere profittevole e quindi creativo, innovativo e ne ha di fatto significato l’inizio della fine in favore di attività abusive, che ognuno di noi può vedere nelle piazze, circoli privati, locali di imprenditori scorretti che utilizzano impropriamente le autorizzazioni di somministrazione di cui erano dotati organizzando intrattenimenti abusivi. Speriamo che questo governo ponga fine al massacro del nostro settore e comprenda invece l’utilità sociale di tenere vivi gli imprenditori e i locali del divertimento.