A chi tocca fare uso del simbolo del Partito quando la classe dirigente locale e provinciale si spacca e alle prossime elezioni comunali i due tronconi vanno in direzione opposta?
La segretaria cittadina, Antonella Stafanizzi, unitamente all’ex consigliere comunale Mario Galea, già presidente del Pd provinciale, ed altri ex amministratori tra cui Carmine Talarico ex presidente della provincia di Crotone per due mandati, hanno condiviso la candidatura a Sindaco dell’architetto Danilo Arcuri sostenuto anche dai Democratici progressisti, le quattro liste che fanno capo a Enzo Sculco (Crotone in Rete, Laboratorio Crotone, Araba Fenice, I DemoKratici).
L’avv. Peppino Vallone, l’ex assessore all’urbanistica al comune di Crotone, Sergio Contarino, ed altri dirigenti locali del Pd, hanno candidato Sindaco alle prossime elezioni comunali l’avv. Gaetano Grillo (già primo cittadino della città di Pitagora nel periodo 1995/1997) sostenuto da una coalizione che comprende pure Europa Verde, I Riformisti, Movimento per il Sud, l’Altra Crotone con Grillo Sindaco. A giorni scade il termine utile per la presentazione dei candidati Sindaco e delle Liste ed ancora nulla è dato sapere a proposito di chi potrà utilizzare il simbolo del Pd.
Da tenere presente che il commissario regionale e il commissario provinciale del partito di Zingaretti, sono anche di parere opposto per quanto riguarda alleanze e candidato Sindaco alle prossime elezioni comunali a Crotone. Stefano Graziano, commissario regionale, non ha mai disdegnato l’alleanza del Pd con la coalizione che fa capo ad Enzo Sculco, mentre Franco Iacucci, commissario provinciale, non ha mai condiviso l’apparentamento con Sculco nel nome della discontinuità. Se tanto dà tanto, se anche i due commissari, quello regionale e quello provinciale, sono di parere opposto, dovrà essere Roma a risolvere l’interrogativo del simbolo? Oppure le due anime del partito dovranno fare ricorso alla carta bollata per sapere nelle dovute sedi chi lo potrà utilizzare? Comunque vada, il Pd a Crotone ancora una volta ha disatteso la volontà del proprio elettorato in fatto di candidature e alleanze.