Oltre alla conoscenza dei luoghi e all’incontro con le persone che vivono nelle nostre realtà c’è il fine fondamentale di creare collegamento.
Nella visione di #IoResto conoscere, promuovere la vita e il potenziale dei luoghi è di vitale importanza, offrire il tempo e suggerire collaborazioni, allo stesso modo esserci in definitiva e provare a sviluppare un sistema di restanza, perchè chi resta non può sentirsi solo o poco apprezzato.
Ebbene con questa visione una rappresentanza dell’associazione ha fatto visita alle grotte di Verzino, con il supporto della cooperative Le grave, la visita ha riguardato in particolare la grotta dei gessi, con tutto quello che comporta in termini di impegno ma anche di ricompensa, in quanto vivere la terra da dentro è un’esperienza forte, unica.
Nel pomeriggio la passeggiata al borgo dove all’aria particolarmente leggera e alla gioviale accoglienza del primo cittadino, dei componenti della giunta e di altri giovani e meno giovani si è aggiunta l’interessante visita del palazzo ducale e dell’archivio storico, della cattedrale, del centro storico, delle grotte rupestri ed infine in quel perdersi nel panorama che degrada, tra il verde degli ulivi,fino al mare, ci ha fatto sentire ricchi e pieni di volontà di conoscere le nostre realtà e guardarle con gli occhi dei viaggiatori e sapere ascoltare ciò che hanno da dirci.
Tant’è che pagine di diario come questa che segue, a firma di Danila Esposito, suggeriscono le vive emozioni e spingono ad emulare.
“Caro diario,
Domenica mattina la sveglia suonò troppo presto, considerando le ore piccole del sabato sera di una trentenne come me! Mi alzai dal letto di fretta, con la testa ancora piena dai ricordi della serata, una tazza di latte e caffè bevuta velocemente e…pronta per una nuova avventura! Insieme ai miei amici arrivammo in luogo incantato e immerso nel verde di alberi secolari e stradine di campagna che ci conducevano ad un piccolo buco nella roccia. Fieri, coraggiosi e costretti in una tuta rossa ed un caschetto in testa ci preparavamo a vivere un’esperienza unica. Iniziai a strisciare come un serpente tra fango e pietre appuntite, mi arrampicai sulle rocce con attenzione, poiché non era permesso toccare nulla per non deviare il corso naturale dell’acqua. A metà percorso ci sedemmo sulle rocce, spegnemmo le luci dei caschetti e, nel buio più profondo, in silenzio, iniziammo a sentire il rumore della terra ed a connetterci con essa ed anche con la parte più buia di noi. L’emozione fu forte e l’adrenalina sali’. Stare nelle viscere della terra e sentirne il suono aveva dato, per qualche minuto, alla mia vita un suono diverso. Sentii una grande forza dentro me e pensai alla mia vita, sorridendo”.