Il borgo di Melissa ed il Parco archeologico che conserva le rovine della città bizantina di Acerenthia, sono state le prime tappe del progetto di una scuola itinerante “per restare” promosso dall’associazione di Crotone #IoResto.
Una scuola itinerante per dare voce e per riportare in vita i borghi, preservare il patrimonio paesaggistico e culturale dei piccoli centri, far conoscere ai più piccoli gli antichi mestieri e botteghe, con l’obiettivo di trasmettere i saperi tramandati dal nostro territorio, ma soprattutto condividerli.
Una scuola accessibile a chiunque abbia voglia di parteciparvi, senza porte né finestre. Senza pagelle, attestati e compiti. Dove aule e banchi sono sostituiti da luoghi di apprendimento disseminati nei campi, nelle cantine e nelle botteghe del nostro territorio. E, soprattutto, una scuola che non terminerà mai.
Impareremo dunque a riscoprire i nostri luoghi madre, a stimolare e supportare gli enti pubblici e privati; ci sensibilizzeremo alla cittadinanza attiva; ci diseducheremo all’abbandono e impareremo l’arte della cura: delle radici e dei fiori.
Il progetto, tra i suoi obiettivi principali, ha quello di riportare in vita i borghi fantasma, preservare il patrimonio paesaggistico e culturale dei piccoli centri che subiscono più di tutti il triste fenomeno dello spopolamento.
E’ fondamentale tutelare i borghi dal punto di vista agricolo, culturale ed enogastronomico. Ogni paese ha una forte connotazione identitaria, e su questa bisogna puntare per una ricostruzione e una rivalorizzazione del territorio.
Il progetto, permanente e itinerante, va alla ricerca di quei luoghi che rischiano di essere abbandonati in massa e che invece andrebbero riscoperti e valorizzati come veri e propri gioielli del nostro Paese.
I paesi rappresentano una grande risorsa e una grande opportunità.
I piccoli comuni possono essere un luogo dove si possono sperimentare politiche innovative dal punto di vista civico, sociale ed economico, dove si possono costruire nuove relazioni con i luoghi e le comunità, dove si può (e si deve) parlare di futuro.
Di sicuro il futuro sarà ancora costituito da cammini e spostamenti. L’etica della restanza indica la strada per costruire un futuro contro l’impoverimento culturale e per erigere zone di accoglienza da offrire ai viandanti: indica la strada per creare rete, scambio di saperi, corrispondenze e quindi arricchimento.
Ed è proprio questo che la scuola chiede in luogo di una quota di partecipazione: un baratto in sapere, tempo, ospitalità per una restanza felice.