Quando di fronte ad un problema che interessa la collettività e la politica marcia in ordine sparso senza coinvolgere chiunque evidenzia la volontà di adoperarsi, anche dalle seconde file, per il bene di tutti, si sminuisce l’azione offensive che potrebbe portare alla soluzione del problema. La Calabria ad ogni elezione regionale ha sempre cambiato Presidente e il colore politico di chi doveva amministrare. Basta questo dato per affermare che i calabresi sono ancora alla ricerca di chi li sappia governare in maniera adeguata. L’evento COVID-19 ha ampliato ancora di più questa ferita. A seguire la riflessione del prof. Carmine Talarico, già Sindaco di Crotone e, per due consiliature, Presidente dell’Ente Intermedio.
“Ripartire e riprendere una normale, e forse straordinaria, attività sociale, culturale e politica potrebbe essere difficile e presentare scenari che non sarebbero stati prevedibili ad inizio dell’anno.
Usiamo il condizionale non fosse altro che nelle nostre individualità ognuno rispondera’ alla ripresa con sensazioni e motivazioni diverse.
Certo l’ esperienza della quarantena volontaria ha segnato i volti e gli animi di noi tutti, condividendo momenti di socializzazione mediatica ma anche di riscoperta di alcuni valori abbandonati o messi da parte da una involutiva situazione sociale che ci aveva nascosto la vera essenza dell’essere da soli ed impotenti davanti ad un virus che ha cancellato uomini e donne del nostro Paese.
Il dramma del coronavirus ha messo, dunque, a nudo tutti i limiti di una generazione senza confini. Dai piccoli ai giovani, dagli adulti agli anziani. Proprio questi ultimi sono stati colpiti severamente in una regione come la Calabria ( e non solo qui al Sud) dove le RSA hanno presentato- drammaticamente-il loro vero volto: quello di luoghi di ghettizzazione di una complessa e vivida rappresentanza della memoria collettiva familiare che ci appartiene come forte valore sociale.
Ma il coronavirus ha lasciato e sta lasciando tracce di elevata invadenza sociale, personale e psicologica con tutte le sue conseguenze.
Ed ancora: il coronavirus dopo suoi lunghi tempi di invasione ha messo in evidenza un’altra forza; quella di aver piegato drammaticamente le condizioni economiche e sociali dell’Italia.
Ne’ gli strumenti legislativi straordinari emessi dal Governo centrale hanno dato, e stanno dando, certezze al futuro di tante piccole e medie imprese ed artigiani che sono ormai al collasso.
Ne’ ci sono stati adozioni di provvedimenti adeguati da parte del Governo regionale. Basta guardare quello che e’ successo in Campania dove il Presidente De Luca ha aumentato sia gli emolumenti per i detentori di partite Iva e professionisti.
La parte più’ evidente di questo impegno istituzionale della Campania si legge nell’aumento, fino a mille euro, delle pensioni sociali che rimane una decisione di grande valore sociale ed etico.
Proprio questo doppio modo di vedere la funzionalità dell’esercizio dei poteri di governo regionale aprono una debita riflessione su tutto quel dibattito che si e’ sviluppato, prima delle elezioni regionali calabresi, sull’autonomia differenziata.
In quella occasione avevamo, a nostro modesto avviso, avvertito che l’esercizio di gridare contro l’autonomia differenziata altro non fosse la paura di non saper esercitare le funzioni dell’autonomia regionale in un Paese fondato sul regionalismo per molti aspetti della governabilità dei territori. La vera sfida del regionalismo non è quella di paventare pericoli di usurpazioni delle regioni del Nord rispetto a quelle delSud.
La vera sfida si gioca su come governare il Mezzogiorno con gli strumenti che sono uguali sul territorio nazionale.
L’altra vera sfida del meridionalismo non può che passare attraverso la efficacia delle azioni di governo.
Chi mette davanti la paura di soccombere ha già’ lasciato il tavolo del confronto efficace tra il Nord ed il Sud.
Ci dispiace aver sentito le note della continua lagnanza da chi si e’ candidato ancora una volta al Governo della Regione.
Il riferimento è’ al centrosinistra il cui maggiore azionista, il Pd, che ha mostrato, ogni qualvolta è stato al governo in Calabria, di non saper prendere provvedimenti che abbiano esibito la novita’ e la efficacia delle ricadute sulla popolazione calabrese.
Ma non intendiamo dilungarci sui temi del regionalismo anche se su questa peculiarità sarebbe interessante aprire una debita riflessione sul federalismo solidale che fu lanciato dalle province italiane agli inizi del duemila.
Ritorniamo ai temi cocenti diuna città come Crotone su cui il coronavirus ha scaricato tutta la sua forza distruttrice sulla gia’ precaria struttura economica e sociale .
Spesso viene il dubbio , che si accentua nella nostra mente, se in un quadro cosi’ messo a dura prova Camera di Commercio, Confindustria, OOSS e le altre realtà associative non ritengano ancora necessario evitare di correre separatamente e non captare le istanze reali che vengono dal basso.
Sia dal mondo della produzione che da quello delle professioni.
Dal mondo dei tanti occupati precari ai disoccupati , ai pensionati .
Anche in questa occasione del coronavirus tutto e’ sembrato correre per separatene di ruoli e competenze.
Ma la parte piu grave, in questa città, rimane la gestione Commissariale di Crotone. Questa esperienza ci riporta alla ultima e nefanda esperienza del Commissariamento del Comune.
Quando in qualche casa si stabilirono decisioni che hanno avuto la loro ripercussione nella nostra città’.
Una fra le tante l’affidamento della gestione di alcuni servizi importanti alla Italgas. Oggi, certo, non ci sono interessi precipui sul Comune ma e’ evidente che l’azione di governo manca della pluralità delle voci politiche del Consiglio Comunale.
Anche qui vogliamo essere precisi per quanto ci riesce.
Il Commissariamento del Comune e’ la tomba delle decisioni politiche che sono necessarie per l’azione istituzionale.
D’altra parte non diciamo nulla di eversivo.
Le pagine della Costituzione garantiscono tutti i processi della vita istituzionale del Paese con riferimento alla struttura portante della politica. Ma chi, anche in questa città , fa opera di avvilire la presenza della politica sa che agisce nella norma istituzionale della politica che gli darà’ un giorno la possibilità del governo cittadino.
Al commissario prefettizio della città’ vorremmo dire che la legalita’ e’ un principio indissolubile da seguire nell’azione amministrativa.
Ma i riferimenti che compie non possono lanciare ombre pesanti su tutto ciò’ che e’ accaduto negli ultimi anni di governo comunale.
Toccherà ai crotonesi, ai cittadini di questa splendida ma dannata città a ricomporre un quadro amministrativo democratico e porre le basi di una vera ripartenza. E su questo appuntamento che sarà incancellabile vorremmo spendere solo poche parole.
Non parleremo ne’ di programmi e ne’ di scelte.
Solo una necessaria considerazione che facciamo da tempo.
Questa città ha estremo bisogno diuna pacificazione sociale, politica ed umana. I veleni lanciati per conquistare piccole e meschine figure di primo piano devono cessare.
Bisogna ripartire da un dialogo vero , senza presunzioni.
La strada non e’ difficile da percorrere non fosse altro che in questa città ci sono presenze di qualità, validi esponenti della politica, ottimi elementi di caratura istituzionale e tantissimi bravi professionisti.
Anche i cittadini, al di là’ delle loro giuste intemperie, rappresentano l’humus per cui lavorare ed affidare la rinascita di Crotone.
Solo in questa direzione siamo pronti ad esternare un impegno personale senza alcuna aspirazione personale.
Perché la politica si può’ e si deve fare non solo da protagonisti a tutto campo ma anche in quelle che sono ritenute le retrovie.
Questo è il lavoro più’ oneroso ma sicuramente costruisce il futuro delle generazioni che verranno”.
Carmine Talarico