“La mutata posizione espressa in questi giorni, questa volta per il superamento della gestione commissariale, in fondo persegue lo stesso obiettivo di allora”.
Come segretario regionale de L’Italia del Meridione non posso esimermi dall’intervenire in merito alla posizione espressa dal gruppo consiliare regionale del PD a favore del superamento del commissariamento della sanità calabrese rappresentando essa la prova monumentale della strumentalità che caratterizza da tempo l’azione di molti esponenti politici di quel partito. Infatti, è ancora viva nella memoria di tutti i calabresi la polemica, a volte anche aspra, che alcuni consiglieri regionali hanno fatto nella scorsa legislatura nei confronti dell’ex Presidente Mario Oliverio. Quando questi a viva voce denunciava il fallimento della gestione commissariale e ne invocava il suo superamento e lo si accusava di non collaborare con il commissario e di anteporre all’interesse primario della cura della salute una sua presunta bramosia di potere. La prorogatio dell’ufficio del commissario questi stessi consiglieri regionali l’hanno sostenuta ad oltranza nonostante fossero i dati di merito a confermare il fallimento della gestione commissariale, a partire dal peggioramento della mancata garanzia dei livelli essenziali di assistenza, all’aumento del tasso di mobilità passiva, al mancato rientro, dopo dieci anni, dal disavanzo finanziario.
La mutata posizione espressa in questi giorni, questa volta per il superamento della gestione commissariale, in fondo persegue lo stesso obiettivo di allora. La strumentalità di questo pronunciamento consiste proprio nel fatto che come allora nella scorsa legislatura, anche oggi, di fatto, non si vuole il ritorno alla gestione ordinaria, attraverso la riattivazione delle competenze regionali. Infatti, anche oggi non propongono il ripristino del potere ordinario regionale ma soltanto il superamento, alias la sostituzione, del commissario. È curioso che oggi si critichi la sinergia tra il commissario e la Presidente della Regione, allo stesso modo di quanto prima si criticava la mancata collaborazione tra Cotticelli e Oliverio. La verità è che l’obiettivo del superamento del commissario è stato sempre uno specchio per le allodole. Il vero interesse, e non tanto celato, è quello di volere sostituire Cotticelli con un nome che possa essere espressione diretta della filiera del potere piddino in auge ora in Calabria e a Roma e di poterlo utilizzare come contropotere nei confronti della neopresidente Santelli, allo stesso modo di come hanno pensato di impiegare nel passato la funzione di Cotticelli in contrasto alla funzione di Oliverio. L’auspicio è che il Ministro della Salute Speranza, batta un colpo, dimostrando con la coerenza degli atti di volersi sottrarre a questa becera logica di potere. La via da percorrere, ribadita da sempre da Italia del Meridione anche attraverso la sua espressione consiliare nella persona di Orlandino Greco, è una sola: abolire l’ufficio del commissario, ripristinando i poteri legislativi e amministrativi che costituzionalmente sono attribuiti alla Regione. Magari, non disdegnando, soprattutto nella attuale drammatica fase emergenziale, un monitoraggio attivo da parte dei Ministeri della sanità e della Economia e Finanza. Diversamente, si farebbe finta di non capire come la gestione della sanità calabrese possa essere terreno di scorribande non solo ad usum del fine della opposizione consiliare regionale ma addirittura come funzionale agli interessi della lotta politica interna al Partito Democratico.
A questo proposito, però, sia consentita anche una domanda, non forse retorica: che fine hanno fatto gli oltre venti parlamentari pentastellati calabresi? Il loro silenzio, soprattutto in questa fase, è davvero doloso! Forse avvertono il senso di colpa per aver proposto ed approvato il Decreto Calabria? O addirittura cedono il passo agli alleati di governo perché anche loro paralizzati da una lotta fratricida, rivolta anch’essa ad obiettivi di potere che nulla hanno a che fare con la salute dei calabresi? In fondo, a loro è bastato poco tempo per dimostrare quanto siano stati in grado di utilizzare la gestione del servizio sanitario non per la cura dei cittadini ma per avere i voti dai cittadini.
L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia del Covi19, che sta tenendo in affanno l’intero Paese, richiede soprattutto senso di responsabilità. Non è certo però il momento della demagogia o della polemica ma solo quello della solidarietà e dell’unione per vincere questa guerra. Ma è anche vero che questa è l’occasione per sostenere in modo corale e senza altri indugi il diritto ad avere strumenti, strutture e misure di protezione oltre che le necessarie risorse finanziarie per l’ammodernamento del nostro servizio sanitario. Ne abbiamo diritto! Così ci si avvia verso la normalizzazione, quella possibile, sotto la guida, il controllo e la responsabilità della Presidenza della Giunta regionale.